Simbolo di un turismo slow, andati quasi scomparendo negli ultimi anni, i camper tornano a popolare le strade italiane. Ed il motivo è intuitivo, quanto semplice: godere di una vacanza lontano dalla città, garantendo ai nuclei familiari il distanziamento sociale dagli altri, ed a contatto con la natura ed i territori più belli del Belpaese. Gli stessi che, spesso e volentieri, custodiscono - e non è un caso - le più importanti denominazioni del vino, più o meno prestigiose, ma indubbiamente ricche di fascino. Così, tra l’1,2 milioni di turisti che, secondo l’Associazione Produttori Caravan e Camper, sceglieranno il camper per le loro vacane estive, spopolano le mete enoiche, come Soave, borgo medievale della provincia di Verona circondato dalle colline vitate Patrimonio dell’Umanità per la Fao (Giahs), da cui nasce uno dei bianchi più prestigiosi della viticoltura italiana, da terreni di origine vulcanica che ne contraddistinguono lo stile unico, minerale. Ma anche Troia, in Puglia, che dà il nome ad uno dei vini più rappresentativi del tavoliere, il Nero di Troia. E ancora Aggius, nel cuore della Gallura, in Sardegna, a 514 metri sul livello del mare, dove si producono Vermentino e Cannonau, e Gradara, nelle Marche, zona di produzione della Doc Colli Pesaresi.
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