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SCENARI

Lvmh valuta un taglio del 10% del personale della divisione Wine & Spirits Moët Hennessy

L’indiscrezione (che sta facendo il giro del mondo), sarebbe una conseguenza del calo delle vendite e dell’aumento dei costi del colosso del lusso
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Neanche il lusso è immune alle turbolenze dei mercati mondiali

Nel difficile scenario geopolitico mondiale, neanche il lusso, in ogni settore, vino incluso, è oggi immune alle turbolenze del mercato, e lo testimonierebbe il taglio del 10% del personale della divisione Moët Hennessy, che riunisce i marchi di Champagne, vino e liquori del Gruppo mondiale del lusso Lvmh (che conta brand come Moët & Chandon. Krug, Cheval Blanc, Château d’Yquem, Ruinart, Dom Pérignon, Domaine des Lambrays, Veuve Clicquot, Cloudy Bay, Bodega Numanthia, Terrazza de Los Andes ed Ao Yun, tra gli altri), secondo un’indiscrezione del quotidiano online francese “La Lettre”, che sarebbe stata confermata dal gruppo stesso a France Presse per “la volontà di ritornare gradualmente ai livelli di organico del 2019”, ma “attraverso la gestione del turnover naturale e il mancato rinnovo delle posizioni vacanti”, senza numeri e piani precisi, e che, in queste ore sta facendo il giro dei media mondiali, dal “Financial Times” a “Le Monde”, dalla “Reuters” alle testate di settore.
E che farebbe seguito ad un video del 30 aprile, in cui l’ad di Moët Hennessy Jean-Jacques Guiony e il vice Alexandre Arnault - figlio del patron del Gruppo Bernard Arnault, e al vertice della divisione Wine & Spirits dal novembre 2024 - annuncerebbero ai dipendenti l’intenzione di tagliare a termine dai 1.000 ai 1.200 posti di lavoro. Secondo quanto avrebbe confermato lo stesso Gruppo, la riduzione avverrà tramite la mancata sostituzione delle uscite dalle 9.400 posizioni di cui la divisione dispone in tutto il mondo, senza ricorrere quindi ad uscite forzate.
Ma sarebbe, comunque, da quanto si legge, evidentemente, una conseguenza del calo di vendite del Gruppo Lvmh che nel 2024 ha totalizzato un giro d’affari di 84,7 miliardi di euro (+1% sul 2023), ma con una diminuzione del fatturato della divisione Wine & Spirits del -8% a 5,8 miliardi di euro, imputabile in larghissima parte al mondo degli spirits e dei Cognac (-14%), mentre ha meglio il segmento Champagne & Wine (-3%, con un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro realizzati nel complesso con 123 milioni di bottiglie, la metà di Champagne), e che prosegue nei primi tre mesi 2025 che, a fronte di una sostanziale tenuta dei conti complessivi (a -3% sullo stesso periodo 2024, per 20,3 miliardi di euro), vedono ancora una volta il comparto performare peggio di tutte le altre divisioni del Gruppo, con un -9% sul primo trimestre 2024, per un incasso di 1,3 miliardi di dollari, anche per effetto dei dazi Usa e della guerra commerciale con la Cina. 

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