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MADE IN ITALY: AL VIA 8 MILIONI DI BOTTIGLIE DI “NOVELLO”; CHE ANTICIPA DI 2 SETTIMANE IL BEAUJOLAIS FRANCESE. LO DICE LA COLDIRETTI. E LA CIA: “-25/30% SUL 2009. IL MAGGIOR PICCO PRODUTTIVO - 18 MILIONI - NEL 2002. DA ALLORA CONTINUA FLESSIONE”

Italia
Sboom per il Novello, il primo vino dell'anno

Passato un minuto dalla mezzanotte del 5 novembre, sarà possibile stappare la produzione di oltre 8 milioni di bottiglie di Novello, realizzata in Italia, nel 2010, e in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumate entro i prossimi 6 mesi, termine ultimo consigliato perché il primo vino dell’annata ad essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche. Lo stima la Coldiretti nel sottolineare che la produzione Made in Italy (fortemente ridotta, come WineNews ha scritto nei giorni scorsi, ndr) arriva con quasi due settimane di anticipo sul francese concorrente Beaujolais Nouveau, che si potrà assaggiare solo a partire dal 18 novembre (terzo giovedì di novembre). Con il Novello si iniziano a stappare le prime bottiglie 2010. La produzione di Novello sarà - sottolinea la Coldiretti - più contenuta sul 2009, con una diminuzione del 10%, i prezzi di vendita del novello Made in Italy sono stabili, con una media di 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di 40 milioni di euro ed è realizzato da oltre 200 produttori, con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che, insieme al Trentino, copre quasi la metà della produzione nazionale (a seguire si posizionano la Toscana, la Sardegna, l’Emilia Romagna e la Puglia).
Non la pensa alla stessa maniera la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, che invece spiega che “per il Novello non è più boom. Sul mercato poco più di 5 milioni di bottiglie. Cresce la qualità e i prezzi restano stabili. E siamo sotto, stando ai loro dati provvisori, del 25-30% sul 2009. La Cia/Confederazione Italiana Agricoltori aggiunge poi che “il maggior picco produttivo (18 milioni di bottiglie) fu raggiunto nel 2002. Da allora è stata una costante e continua flessione, e che da semplice moda si sta sempre più trasformando in un prodotto con determinate caratteristiche e tipicità, ricercato da eno-appassionati e intenditori. Insomma, come ha spiegato nei giorni scorsi anche WineNews, “Goodbye Novello” e “fine del boom”. Il Novello si ridimensiona enormemente: saranno immesse sul mercato nazionale ed internazionale poco più di 5 milioni di bottiglie. Il volume di affari dovrebbe attestarsi tra i 40 e i 45 milioni di euro. Un calo che, però, non avrà effetti sul “pianeta vino” e soprattutto sui vitivinicoltori, visti i bassi volumi di produzione.
La Cia/Confederazione Italiana Agricoltori ripercorre poi la storia negli anni dei dati del Novello: “nel 2002 - ricorda l’organizzazione - la produzione di “novello” toccò il suo picco storico sfiorando i 18 milioni di bottiglie. Ma già dal 2006 il consumo ha iniziato a calare con 15,5 milioni di bottiglie prodotte. E questa tendenza è proseguita sia nel 2007 che nel 2008 e si confermerà anche quest’anno. L’incidenza del Novello sulla produzione enologica nazionale è dello 0,18% e i prezzi 2010 - avverte la Cia - registrano una sostanziale stabilità sui precedenti 12 mesi. Vanno dai 3 ai 7 euro a bottiglia, ma anche con punte dell’8,50/9 euro. La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori evidenzia che, oltre il 60% dei Novelli, viene dalle regioni del Nord Italia, che il 12% della produzione va all’estero, soprattutto in Germania e Giappone, e che le cantine produttrici sono poco meno di 300 sparse in tutto il Paese. “E’, comunque, molto ricca - continua la Cia/Confederazione Italiana Agricoltori - l’offerta varietale, che diversifica il novello “made in Italy” dal Beaujolais Nouveau, frutto di una sola regione della Francia. Quella dei vini “novelli” è una piccola “nicchia” di mercato che trova le sue radici in vecchissime tradizioni locali di abbinamento di vini nuovi, ottenuti macerando a lungo le uve intere pressate sofficemente, ai frutti caratteristici dell’autunno, come castagne e marroni e piatti a base di funghi. Da queste tradizioni e prendendo anche spunto dai novelli francesi, è nata un’apposita normativa italiana che dagli anni Ottanta ha posto regole, come quella del primo giorno di vendita (il 6 novembre, appunto)”.
Il “vino da bere giovane” è nato negli anni ‘50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani in abbinamento con i prodotti autunnali, dalle caldarroste ai prodotti tipici del territorio come salumi, verdure in pinzimonio e formaggi piccanti a pasta molle, degustati in casa o in pizzerie, enoteche, winebar, ristoranti e nelle piazze dove sono numerose le Sagre e le Feste paesane dedicate a questo vino. La produzione italiana - conclude la Coldiretti - è caratterizzata soprattutto da Novelli monovitigno con l’utilizzazione di un’ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d’Avola ...) anche se quelli più utilizzati sono nell’ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.

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