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Magazine / Corriere Della Sera

Liti a sinistra - Diliberto e Bertinotti divisi dal rosso del vino ... Più che alta, è alticcia, la rivalità tra Rifondazione comunista e Partito dei comunisti italiani. Il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, ha sfoggiato sul Foglio un’invidiabile preparazione enologica, ricordando tra l’altro il suo vino preferito: “Il Turriga, prodotto stratosferico della provincia di Cagliari, ottenuto maritando il vitigno del Sangiovese di Montalcino”. Con i ballottaggi in arrivo, però, anche i voti dei sommelier possono tornare utili, e così Rifondazione Comunista ha prontamente schierato a risposta i suoi numerosissimi esperti che, in transatlantico a Montecitorio, non hanno però trovato una linea comune: Sandro Curzi ha discettato sullo spumante italiano; Giovanni Russo Spena e il capogruppo Franco Giordano su vini e vitigni del Meridione; Ramon Mantovani ha esaminato il versante “Distillati e cocktail” (“E’ il più grande conoscitore di cocktail del Parlamento”, ha riconosciuto Gennaro Malgieri, di An); Alfonso Gianni ha dottamente disquisito su bianchi, rossi e “nuovi vini siciliani”. Ma tutti hanno concordato nel riconoscere al segretario, Fausto Bertinotti, “una passione per i vini piemontesi e liguri” e soprattutto “l’amicizia personale con Luigi Veronelli, uomo di sinistra”, ricomponendo così ogni dissenso, sia pure enologico, interno a Rifondazione. Immediata la replica del Pdci, con una proposta di legge in difesa dei vitigni nazionali e un conseguente sms privato di Veronelli in persona, giunto sul cellulare di Diliberto; “Io, disobbediente anarchico, pur costandomi, con entusiasticamente dalla vostra parte”. Come finisce? Chi vivrà berrà.

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