02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Magazine / Corriere Della Sera

L’azienda agricola diventa a emissione zero ... Il distributore è in mezzo alle dolci colline della campagna umbra. Non eroga benzina, ma elettricità pulita, generata da un tetto di pannelli fotovoltaici lungo 11 metri che si inclina, come un girasole, a cercare i raggi del sole. Quindi, a emissioni zero di CO2 (o quasi zero: anche i pannelli, contenendo silicio che dovrà in futuro essere smaltito, inquinano un po’). “Per il momento ricaricherà le batterie del nostro parco macchine e gli scooter elettrici dei dipendenti. In futuro, sarà aperto a tutti quelli che passeranno di qui, con i loro veicoli ecologici”, spiega Lorenzo Fasola Bologna, Ceo dell’azienda agricola di Monte Vibiano, 500 ettari fuori Perugia dove si produce olio e vino di alta qualità. Sarà la prima pompa pubblica a energia pulita e uno dei molti tasselli di una piccola “rivoluzione rurale” che, entro il 2009, trasformerà l’azienda in un polo a emissione zero. Il sogno finale di Lorenzo Fasola è creare un “circuito turistico”, sulla falsariga della Guida Michelin che nell’Italia degli anni Cinquanta invitava a scoprire le bellezze del nostro Paese. “Allora volevano far consumare più gomme, oggi vorrei invece creare un’isola verde che colleghi aziende, produttori, agriturismi, centri storici... tutti dotati di distributori elettrici: il turista arriva, prende il suo veicolo e gira tra uliveti e vigneti senza inquinare”. Per ora, Fasola si accontenta di regalare ai dipendenti, in maggioranza residenti nelle vicinanze, una mountain bike per arrivare al lavoro. Progetta di convertire tutti i mezzi di trasporto aziendali in veicoli elettrici e vuoi promuovere car-sharing e acquisto di auto elettriche da parte del suo staff. Quasi si vergogna, è comprensibile, a confessare di aver preso troppi aerei, quelli sì inquinanti - “una media di 200 voli l’anno” - nel suo recente passato di manager. “Dopo un’infanzia passata qui in campagna, a raccogliere olive fin da piccolino, e dopo la kurea in economia e commercio ho aperto una società che produce boccette monodose di olio d’oliva per le prime classi di oltre 160 compagnie aeree, da British Airways a Emi-rates”.
Non gli bastava. Così nel 2003 è nata, assieme al padre Andrea, l’idea di lanciare quella che lui chiama la "Green Revolu-tion" in azienda. Per prima cosa hanno abbandonato la coltivazione del tabacco per affiancare, alle 13.000 piante di olivo, 40 ettari di vigna (con uve di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Sa-grantino). Quindi hanno trasformato i 200 ettari di bosco che circondano l’azienda da ceduo ad alberi ad alto fusto, “ne abbiamo piantati diecimila, che assorbo-no più CGb”. Poi è partito il progetto "impatto zero": un dettagliato piano globale che sta cambiando completamente il modo di produrre e utilizzare l’energia, coltivare e fertilizzare i campi utilizzando una gamma di nuove tecnologie. Il tutto sotto il controllo di Dnv, prestigioso ente internazionale di verifica, che sabato consegnerà all’azienda l’attestato #00000001, contenente un rapporto sulle emissioni di gas serra (Ghg) emessi dall’azienda dal 2003 al 2007: “La base di partenza verso l’eliminazione di Ghg”. L’energia pulita verrà generata da 240 moduli di pannelli solari in silicio poli-cristallino installati sui tetti di strutture esistenti in azienda “e, appena avremo le necessarie autorizzazioni, anche a terra”. Entro fine 2009 puntano all’autonomia energetica, da solare; l’eventuale energia in surplus verrà trasferita alla rete Enel. Il parco trattori è stato convcrtito a biodiesel di prima generazione, con l’obiettivo di passare a quello di seconda - non derivato da una catena di prodotti agroalimentari bensì ottenuto da cippato, ossia
da residui di lavorazioni e terreni in disuso,
e quindi più ecologicamente sostenibile
- appena ultimati i test per la sua commercializzazione. Con l’assistenza del
Centro italiano di ricerca sulle biomasse,
l’azienda s’è anche dotata di una caldaia a
cippato (prodotto con residui del legno e
dell’agricoltura), che produce l’energia
termica necessaria ad alimentare l’impianto di riscaldamento e che utilizza
pure i resti della potatura delle viti: “Recuperiamo tutto, generando energia pulita invece di utilizzare gas metano”.
In tutti i vigneti i fertilizzanti chimici sono stati sostituiti da quelli organici e ciò
è avvenuto parzialmente anche negli uliveti. Inoltre quest’anno aumenterà radicalmente la percentuale di acque azotate
- fertilizzante organico che altrimenti finirebbe in mare - per irrigare i campi.
Le strategie anti-CO2 sono tante: per esempio, i silos per il grano
sono stati colorati con
albedo bianco che, come fanno i ghiacci
dell’artico, “riflette” i
raggi del sole e quindi riduce l’anidride
carbonica emessa dal
la terra. “E stato calcolato che se tutti i
trattori o le macchine fossero tinti d’albedo, ogni 15 m ci sarebbe una riduzione di una tonnellata di CO2”, spiega Fasola.
Che incentivi avete ottenuto dalle istituzioni? “Attualmente zero. Sul solare c’è
l’incentivo statale dato nel momento in cui
si immette energia in rete. Punto”. L’azienda, intanto, punta a raggiungere la meta di zero emissioni di gas serra. Per poi superarla, e immettere sul mercato crediti di
CO2, come prevedono le norme fissate
dall’Unione europea, in attuazione del
Protocollo di Kyoto. “Questi verranno
utilizzati da altre società che non sono altrettanto in grado di contenere le proprie
emissioni nocive all’ambiente”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024