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Magazine / Corriere Della Sera

Cosa non mi invento per fregare la prova etilometro ... Sabato notte, posto di blocco lungo la via Emilia dalle parti di Modena. Gli agenti della polizia stradale fermano una Golf nera, dentro ci sono quattro ragazzi che tornano dalla discoteca. Hanno bevuto e si vede. Etilometro, prego. Prima di scendere dalla macchina il giovanotto alla guida infila una mano nel cassetto del cruscotto e prova ad agguantare una boccetta di vetro. Gli agenti lo fermano, prendono la boccetta, la illuminano con la torcia. E alloro. Sì, alloro, proprio quello che usiamo per dare sapore alle lenticchie o al capitone di Natale, tutte prelibatezze di cui naturalmente non c’è traccia nell’abitacolo della Golf. Dopo aver soffiato nell’etilometro il ragazzo confessa: “Dicono che masticarlo inganni questa macchinetta. Tanto l’avevo già preso all’uscita della disco”. Agli agenti scappa quasi da ridere, il ragazzo invece si fa serio: sul display lampeggia la scritta 1,5. Un grammo e mezzo di alcol per litro di sangue, il triplo del limite fissato dalla legge. Quella dell’alloro è solo una delle tante leggende metropolitane che girano veloci tra il popolo della notte: trucchi più o meno artigianali che in realtà non truccano un bel niente. Chi viene pescato a guidare dopo aver bevuto paga, anche con il ritiro della patente. Eppure quei trucchi fasulli continuano a proliferare, come racconta l’esperienza degli agenti della Stradale. La variante più semplice è il cioccolato. Stesso metodo dell’alloro, stessa fesseria. Come non serve a nulla bere un litro e mezzo d’acqua in quei cinque minuti tra il primo e il secondo test. Può evitare il mal di testa del day after, ma nulla cambia per l’implacabile macchinetta: “L’etilometro - spiegano alla Stradale - misura l’alcol che è già stato assorbito nel sangue, non quello ancora nello stomaco”. C’è poi la variante per furbacchioni: accendersi una bella sigaretta, trattenere un po’ di fumo in bocca e spararlo nell’etilometro al momento del soffio. Falso anche questo perché il fumo può sì impedire la rilevazione del tasso alcolico, ma la macchinetta se ne accorge, segna errore e dice che il test va ripetuto.

Eppure c’è chi ci prova e poi, cosa più grave, trova chi gli da ragione. A Firenze erano state annullate decine di multe sostenendo che i controlli fatti con l’etilometro non sono sufficienti a provare lo stato d’ebbrezza. Tesi smontata dalla Cassazione che ha confermato il valor di prova di quel formidabile aggeggio inventato nel 1954 da Robert Borkestein, capitano della polizia dell’Indiana. Ma anche se l’etilometro ha ormai superato i 50 anni d’età c’è ancora e provano a ingannarlo (invano) con trucchi da ragazzini. Respirare a pieni polmoni, per esempio, e farsi una bella camminata prima del test. Dire che è tu colpa di uno sciroppo per la tosse, anche se per superare il limite di legge bisognerebbe scolarsene quattro flaconi interi. Oppure bere una centrifuga di patate fatta in casa, che sarebbe in grado di limitare l’assorbimento nel sangue.In Trentino si vende un succo a base di mela, pera e patata che hanno ribattezzato “salvapatente”. Inutile, ovvio. Qui gli unici furbi sono quelli che fanno soldi vendendo una frottola. L’ultima trovata si chiama Security Better: una pozione originaria della Normandia, che abbasserebbe il tasso alcolemico nel sangue in 45 minuti. In Italia è distribuita da un’azienda di Pordenone che consiglia di berla con l’ultimo bicchiere. In Francia però l’hanno ritirata dalla vendita, per pubblicità ingannevole. Funzionerà?

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