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Magazine / Corriere Della Sera

Il futuro abita a Scansano tra vino & vento ... 4.000 anime. 40 mila pecore. 10 milioni di bottiglie di Morellino. E un parco eolico da 40 milioni di kw: buon vivere ed economia verde. Ecco perché il 19 aprile questo borgo toscano diventa capitale della “Piccola Italia”... A nord c’è l’Amiata. E là in fondo, il mare. Da Montalto di Castro all’Argentario, all’Isola del Giglio. Intorno colline, vigne, boschi. Facile esscre verdi quando tutto intorno è verde, di un tono che, in questa stagione, si accende del viola rosa dei sicomori sparsi e costanti nella campagna di Scansano, comune di 4.000 abitanti e 40 mila pecore della provincia di Grosseto. I dieci mulini del parco eolico si scorgono già da lontano. Dalla pianura attraversata dall’Aurelia, a 20 chilometri in linea d’aria, si intravedono su un poggio che copre un segmento dello skyline delle colline della Maremma. Spariscono appena si inizia a salire, finché non ci si è quasi sotto. Quassù, a 600 metri, le eliche sospinte dal vento ruotano intono ai pali. Quel movimento crea energia per 50 mila persone, con un risparmio di 38 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica. È un paesaggio metafisico, Il paese è più giù, a 450 metri. Le torri, che le proporzioni (67 metri di altezza e 90 di diametro per le tre pale) smagriscono mentre zigzagano sulla cima dei Murci, ti lanciano nel cosmo. A terra ti riporta il falco che plana e sotto il gregge che ripulisce il prato. Il Parco Eolico di Poggi Alti è l’immagine della contemporaneità: innovazione e tradizione che convivono. L’orgoglio dei piccoli comuni che, il 19 aprile, si festeggiano sotto lo slogan: il futuro abita qui. “Scansano è il prototipo del comune che valorizza i talenti storici e allo stesso tempo si concentra su politiche di crescita sostenibile, prima fra tutte quella per le energie rinnovabili “dice Ermete Realacci, ministro ombra dell’Ambiente per il Pd e primo firmatario del disegno di legge per i comuni sotto i 5mila abitanti che porta il suo nome, approvato da destre e sinistre (anche se giace da qualche anno in Senato). Sarà qui, per la festa, insieme a Gianfranco Fini. “È un italian pride”, dice Realacci, “delle comunità che producono sotto il campanile le cose che piacciono al mondo. Una vitalità con cui l’Italia può rispondere alla crisi: fanno testo i numeri dell’esportazione. E i piccoli centri ne sono il motore. La legge è necessaria per sostenerli”. Discorsi politici a parte, torniamo a Scansano. I suoi talenti storici sono l’olio e il vino, il Morellino che produce 10 milioni di bottiglie e ne esporta 30 mila. Lo è Ghiaccio Forte, sito etrusco e terrazzo sulla Maremma dove d’estate ci si trova per l’alba e il tramonto con musicisti e silenzio. Produzione storica è quella dell’Antica Sartoria di Maremma che 35 anni fa confezionava abiti da lavoro, ha lasciato l’abbigliamento da caccia ai cinesi e continua a usare tele spazzine, velluti, fustagni e cotoni gommati per giacche e calzoni. Anche in questi laboratori, tradizione e innovazione si contaminano in tessuti e linee di quell’artigianalità che da qui va in giro per il mondo e fa molto undrstatement e classe, tanto che hanno pure creato un certificato di autenticità per ogni capo. A tenere le radici ci sono le feste, come le sanno fare in campagna. Con cavalieri e salumi. “Rifacciamo tornei in costume e vecchi giochi ma ne cerchiamo pure di nuovi”, dice Pino Culotta, presidente della Contrada di dentro, una delle trenta associazioni del paese. E c’è l’ottava, cioè la rima che a Scansano conta su un’Accademia di letteratura orale fondata da David Riondino e su un festival internazionale che riunisce a maggio i poeti che usano il metro trecentesco. Talento è il borgo storico che con sette frazioni sta attirando turisti, L’ospitalità è soprattutto in agriturismo. Sono 17 contro 5 alberghi, anche se qualche resort con un centinaio di posti letto, spa e ristorante è in progetto.

Eco anche lo shopping. A Scansano si vive e si produce. Il 44 per cento della popolazione è tra i 15 e i 19 anni. Le case costano sui 3 mila euro al metro quadro. Molte sono in ristrutturazione. Hanno preso casa, anzi podere, Giuliano Ferrara, Piero Fassino, Ezio Mauro e altri che alla mondanità di Capalbio preferiscono vivere una comunità più vera. In piazza si lamentano per i lavori. Nel borgo stanno ripavimentando la strada con pietra serena. E alcuni pezzi sono sconnessi. Difficile entrare dal macellaio, dal tabaccaio e al bar della Posta. Il reticolo di vicoli è il centro commerciale naturale, negozietti con vino e dolci, terrecotte, fruttivendolo, lavanderia, parrucchiera e biblioteca. Niente mall o outlet è un impegno preso dalla giunta. E la spesa, primo paese in Italia, anticipando la legge che ha decretato la scomparsa delle borse in plastica, si fa con le eco shopper in mater-bi, le sportine ricavate dall’amido di mais, grano e patate. “Scansano è anche il primo comune della Toscana che ha inserito nei piani strutturali i criteri per la costruzione e l’uso di impianti di energie rinnovabili”, dice il sindaco Flavio Morini, quarantenne architetto del Pd che è pure presidente della commissione ambiente dell’Anci. “Il rinnovabile per i piccoli comuni è un investimento necessario ed economico”, dice. “Si risparmia fino al 20 per cento delle emissioni e si incassa, per esempio il nostro Comune, 200-250 mila euro l’anno. Una entrata che si spende in servizi per gli abitanti. Che sia un affare lo hanno capito le multi nazionali. L’Eon, la società che gestisce il Parco, guadagna 4 milioni di curo l’anno con un investimento di 24 milioni”, È la storia dei piccoli comuni. Primi della classe delle energie rinnovabili. Da Carlentini, in Sicilia, dove l’Enel Green Power con 28 pale ha una potenza di oltre 21 mw (megawatt) che producono 38 milioni di kilowattora (l’energia per 14 mila famiglie). A Colarmelo, in Abruzzo, sempre l’Enel Green Power, fa girare 5 pale per 7,5 mw, altri 11 sono in programma e con il sindaco (uno dci nonsolofannulloni.it di Brunetta) sono allo studio impianti a biogas, biomassa, solare e fotovoltaici. A Scansano il sindaco Morini col fotovoltaico ha già attrezzato una scuola e progettate altre quattro. “L’impianto della materna produce oltre 15 mila kw, il consumo lo scorso anno era sui 14 mila con una spesa di 3.645 euro”. L’impianto è costato 89 mila curo. “In vent’anni il risparmio sarà sulle emissioni: 199 tonnellate di CO2, e oltre 250 di biossido di zolfo”.

Le pale del parco eolico, inaugurate a fine 2006, hanno ricominciato a girare da quindici giorni. A fermarle per sei mesi l’accusa di non rispettare l’impatto ambientale e di essere un pdricolo per gli uccelli. Da una parte il Comune di Scansano e Lega Ambiente e dall’altra il pro prietario del castello di Montepo (su cui domina il parco eolico), Jacopo Biondi Santi, storico produttore di vino, e Italia Nostra. Un iter lungo e travagliato, dal Tar e dalla Corte dei Conti. Finito con una nuova autorizzazione Nelle casse del Comune Sono entrati solo 80 mila euro per mancato funzionamento. Ma il sindaco Morini è contagioso. Il caseificio Carlucci si è dotato di un minieolico per rendersi autonomo. E Florio Terenzi, arrivato a investire su questa terra due anni fa, sta partendo con un impianto fotovoltaico da 130 kw per dare energia alla sua tenuta: cantina da 130 mila bottiglie e locanda da quattro stanze e una suite in un casale del Settecento.

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