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EL DIEZ

Maradona, tra una bottiglia di Quintodecimo e una cena a Villa Crespi

L’omaggio e il ricordo del genio del calcio di Luigi Moio e di chef Antonino Cannavacciuolo

La morte di Diego Armando Maradona ha strappato alla vita terrena il più geniale interprete che il calcio abbia mai avuto. Un genio capace di far innamorare milioni di persone in tutto il mondo, travalicando i confini del campo di calcio e toccando ogni ambito, oltre ogni confine. E far innamorare, calcisticamente, anche uno dei massimi esperti di enologia d’Italia, Luigi Moio, ed un grande chef come Antonino Cannavacciolo, uniti nel tifo, ovviamente per il Napoli, e nel ricordo del Diez.
Ieri, attraverso i profili social della sua cantina irpina, Quintodecimo,
Luigi Moio ha voluto ricordarlo, pubblicando la foto della bottiglia firmata dal Diez nella sua ultima visita a Napoli, a gennaio 2017. A contattare Moio, l’entourage del campione argentino, appassionato dei vini di Quintodecimo, cui lo stesso professore di Enologia dell’Università di Napoli ha portato 30 bottiglie del suo Terra d’Eclano, abbinate la sera stessa ai piatti della cucina di Gennarino Esposito, chef due stelle Michelin con la Torre del Saracino, a patto di averne in cambio una, come ricordo, firmata da Maradona. Detto, fatto. La bottiglia, adesso, avrà uno spazio speciale in cantina, in memoria del più grande genio che abbia mai calcato un campo di calcio. Che, qualche tempo prima, nel 2006, come ricorda lo chef Antonino Cannavacciuolo postando un video sui propri profili social, era stato a cena a Villa Crespi, regalando allo chef campano una delle serate più indimenticabili della sua vita.

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