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VINO E MERCATI

Matteo Zoppas: “per noi gli Usa sono, e rimarranno, il mercato più strategico al mondo”

Il presidente Ita - Italian Trade Agency da Vinitaly.Usa: “qui il trade americano che non viene a Verona, guardando anche a Messico e Canada”
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Matteo Zoppas, presidente Ita - Italian Trade Agency, a Vinitaly.Usa

Per il vino italiano, che ormai da anni realizza oltre la metà del proprio fatturato grazie alle esportazioni, continuare il lavoro di internazionalizzazione è un imperativo. Diversificando il più possibile i mercati, aspetto che negli anni è diventato importantissimo anche alla luce delle repentine crisi geopolitiche che segnano questa epoca della storia mondiale, ma anche presidiando quelli storici, fondamentali ed insostituibili, come gli Usa. Con un lavoro che non solo può, ma deve, vedere la sinergia tra singole imprese e sistema Paese. Come si legge tra le righe delle parole di Matteo Zoppas, presidente Ita-Italian Trade Agency, da Chicago, nei lavori di Vinitaly.Usa (5-6 ottobre), “lette” da WineNews.
“L’Italia si conferma leader nelle esportazioni vinicole globali a volume, e seconda per valore dopo la Francia. Nel 2024 il valore delle vendite di vino italiano all’estero ha toccato 8,1 miliardi di euro con un incremento del 5,5 % sul 2023. Gli Stati Uniti - ha detto Zoppas - si confermano il primo mercato di destinazione: nel 2024 hanno importato vino italiano per circa 1,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 10,2 %. Nei primi sette mesi 2025 l’export verso gli Usa ha mantenuto livelli simili a quelli del 2024 (1,1 miliardi di euro, +0,1% su gennaio - luglio 2024), ma in un contesto che dà segnali di frenata sui volumi complessivi del sell-out, mentre i prezzi medi in questo periodo sembra fatichino a reggere. 
In questo scenario - ha detto Zoppas - l’Agenzia Ice, insieme a Veronafiere e alla Camera di Commercio di Chicago, con il sostegno determinante del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero degli Affari Esteri attraverso la rete dei corpi diplomatici, ha lavorato intensamente per lanciare e far crescere Vinitaly Chicago. Anche in applicazione del Piano Export della Farnesina che prevede una particolare attenzione al mercato degli Stati Uniti in questo difficile momento. Nella scia della diplomazia della crescita abbiamo assicurato continuità e concretezza a un progetto diventato oggi un punto di riferimento per la promozione del vino italiano negli Stati Uniti. In soli tre anni siamo riusciti a coinvolgere 250 espositori con più di 2.000 etichette dando vita al primo grande evento dedicato esclusivamente al vino italiano negli Stati Uniti, un risultato che normalmente richiederebbe decenni. Oggi Vinitaly Chicago è tra le principali fiere del vino italiano oltreoceano. L’evento si afferma come punto di incontro attrattivo sia per i buyer, che trovano cantine di riferimento, sia per le cantine che incontrano operatori e stakeholder qualificati, moltiplicando così le opportunità di business”. In un mercato, quello statunitense, ha ribadito Zoppas, che “rimane strategico per il nostro vino. Oggi attraversa una fase complessa, segnata da consumi in rallentamento e dall’aumento dei dazi - saliti dal 7 agosto 2025 al 15% su vino e spirits europei - che possono erodere parte dei risultati raggiunti. Nonostante queste criticità, continuiamo a considerare gli Usa il partner chiave per le nostre esportazioni”.
Un mercato che viene coltivato anche grazie a Ita, con una forte attività di incoming su Vinitaly a Verona, ma anche con il lavoro fatto direttamente negli States, perché, spiega ancora Zoppas, “con Vinitaly Chicago si riesce ad intercettare quella quota di mercato che non si sposta fino a Verona e copre un periodo dell’anno contro stagione rispetto all’evento italiano completando così l’offerta di Vinitaly a Verona, e creando per le nostre imprese occasioni di contatto diretto con importatori, distributori e operatori tra tutti i mercati e in particolare di Stati Uniti, Messico e Canada. Quest’anno Ice ha coinvolto 44 aziende vitivinicole e 88 buyer qualificati provenienti da questi tre Paesi”.
D’altronde, ricorda ancora Zoppas, “il vino italiano è sinonimo di qualità e valore, capace di rafforzare ogni anno il proprio posizionamento internazionale anche in un mercato affollato. È un prodotto che racconta territori, tradizioni e innovazione; una bandiera del made in Italy, ripetiamolo, che ci rende primi al mondo per volume esportato e al secondo per valore. Anche per questo dobbiamo valorizzarne sempre più il connubio con la cucina italiana, oggi candidata a diventare Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. La candidatura verrà esaminata dall’Unesco a dicembre 2025: la nostra cucina - rito sociale, tradizione e cultura, ma anche condivisione e uso di materie prime locali - forma con il nostro vino un binomio inscindibile che rappresenta l’identità culturale del Paese e merita un riconoscimento globale”.
Che passa anche da tanti eventi nel mondo, come Vinitaly a Chicago, che “nasce da una visione condivisa tra Ita, Veronafiere e Camera di Commercio. È opportuno che questa piattaforma consolidi la presenza del vino italiano negli Stati Uniti, offra formazione e strumenti di promozione e sviluppo alle imprese e contribuisca a costruire una percezione forte del made in Italy del vino per maggiori relazioni durature con i principali operatori americani. Solo così potremo affrontare con successo le sfide del mercato, dall’aumento dei dazi alla saturazione dell’offerta, e continuare a crescere nel Paese che per noi è, e rimarrà, il più strategico al mondo”.

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