Migliora nel 44% delle mense scolastiche la qualità dei pasti consumati dai bambini, ma peggiora il loro atteggiamento riguardo al cibo, e metà dei pasti, e di conseguenza la tariffa, finisce nella spazzatura. Il servizio mensa nelle scuole italiane ha subito cambiamenti significativi, evidenziati dal Rating n. 9 dei menu scolastici, realizzato da Foodinsider e presentato, nei giorni scorsi, alla Camera dei Deputati a Roma. Questa indagine, oltre ad avere fotografato lo stato della ristorazione scolastica in Italia dal punto di vista dell’equilibrio della dieta (ma è di, ieri, la notizia che dai controlli effettuati dai Nas con il Ministero della Salute, su 700 mense scolastiche controllate in Italia da inizio anno scolastico, 1 su 4 è risultata irregolare, ndr), ha focalizzato l’analisi su alcuni aspetti specifici, come, per esempio, l’evoluzione dei menù scolastici negli ultimi 5 anni, prendendo in esame la mensa prima del Covid, ma anche prima della legge dei Criteri Ambientali Minimi, in vigore dal 2020, e il suo processo di cambiamento dettato dalla nuova normativa, rendendo i menu più sani e sostenibili, con maggiore varietà di alimenti, più biologico e legumi ma anche più prodotti locali. Ma sono sempre di più gli alunni che hanno paura di assaggiare piatti nuovi e cercano rifugio nella pasta in bianco e nel pane.
“Quanto agli aspetti negativi, continua l’ascesa del cibo processato e diminuisce la percentuale di pasto effettivamente consumata; un fenomeno poco monitorato, che invece, sarebbe indispensabile per poterlo affrontare. È stato osservato che le scuole che offrono programmi di educazione alimentare, dotate di cucine interne e che garantiscono tempi adeguati per il pranzo, tendono a promuovere scelte più sane tra gli alunni - continua Foodinsider - in quest’ottica, un ambiente tranquillo e meno rumoroso durante i pasti, unito a pratiche come la somministrazione della frutta a metà mattina, contribuisce notevolmente ad aumentare il consumo effettivo dei pasti offerti. Questi approcci potrebbero rappresentare modelli di “best practice”, nei quali le condizioni e il contesto assumono un valore cruciale nel promuovere l’appetibilità e la gradibilità dei cibi”.
Secondo Claudia Paltrinieri e Francesca Rocchi, rispettivamente presidente e vicepresidente Foodinsider, “l’obiettivo dell’indagine annuale di Foodinsider è quello di mettere in condivisione informazioni e riflessioni utili alle amministrazioni, e a tutti gli stakeholder che ruotano intorno alla ristorazione scolastica, per avviare processi di miglioramento in chiave sostenibile prendendo spunto dai modelli virtuosi presentati. Gli elementi contenuti nel Report forniscono spunti ed elementi concreti alle istituzioni governative e alle Amministrazioni comunali per definire strategie che possano trasformare il servizio in uno strumento di politica sociale, ambientale ed economica sul territorio di riferimento”.
Il Rating n. 9 dei menu scolastici di Foodinsider si è concluso con la proposta di varie iniziative segnalate nel contesto di progetti europei, azioni delle agenzie regionali e l’impegno di associazioni locali, come il Consiglio del Cibo a Roma. Tra le proposte più innovative c’è l’introduzione di un pasto vegetale mensile, che mira a sensibilizzare giovani e famiglie sulla sostenibilità alimentare e a ridurre le emissioni di carbonio legate alla produzione di cibo. “Queste azioni rappresentano un passo verso mense scolastiche non solo più sane, ma anche più responsabili dal punto di vista ambientale, aprendo nuove strade per l’alimentazione dei più giovani”, conclude Foodinsider.
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