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Mentre il mondo si divide sull’elezione di Donald Trump a nuovo Presidente degli Stati Uniti, c'è una curiosità da segnalare. Ovvero, ora c'è un produttore di vino, con l'azienda di famiglia Trump Winery, in Virginia, alla Casa Bianca

L’elezione di Donald Trump a nuovo Presidente degli Stati Uniti divide il mondo. Ma alla Casa Bianca, di fatto, ora siederà anche un produttore, oltre che un appassionato, di vino. Perchè il miliardario americano, con la famiglia, è proprietario della “Trump Winery”, una delle più grandi aziende vitivinicole della Virginia, con 315 ettari. Che lo stesso Presidente ha già reso celebre nei giorni in cui si contendeva la candidatura per il Partito Repubblicano, proponendo i “vini di casa” in una conferenza stampa in Florida.
Chissà che, nonostante il “prima gli interessi degli americani e poi il resto” più volte proclamato da Donald, che suona tanto di neoprotezionismo, sia un buon auspicio per i Paesi che esportano il proprio vino in Usa, ad oggi primo mercato del vino al mondo. Italia in testa, che nel Paese è leader in volume e valore tra i produttori stranieri, e che ci certo spera che non ci sia una virata “nazionalista” per il business del settore. D’altronde, i contatti tra Trump e famiglia con il vino italiano, ci sono stati più volte in passato. Nella sua Trump Tower di Chicago, nel 2011, per esempio, Donald ospitò, partecipandovi personalmente, una degustazione di Amarone della Valpolicella della griffe Masi.
E la celeberrima e prima ex moglie del presidente, Ivana Trump, nei primi anni 2000, non solo ebbe una liasion con Roffredo Gaetani Lovatelli di Aragona, la cui famiglia è stata la storica proprietaria di Argiano, una delle realtà più prestigiose ed antiche del Brunello di Montalcino, ma anche una lunga amicizia con uno dei personaggi più conosciuti del vino italiano, Gelasio Gaetani Lovatelli di Aragona, che per lei creò addirittura un vino ad hoc nel 2000, un “Chianti Colli Senesi” etichettato “Ivana”, e selezionò i vini (lo Chardonnay 2006 di Planeta 2006 ed il Nearco 2013 di Col d’Orcia, ndr) per il matrimonio tra la ricchissima ereditiera ed il playboy italiano Rossano Rubicondi, nel 2008.

Ma, al di là delle note di colore, e al di là del vino, sono tante le incognite che restano i termini di politica commerciale, ambientale, alimentare ed agricola di Trump, che più volte ha dichiarato anche la sua passione per il junk food, ha detto di ritenere quella del riscaldamento globale “una bufala ordita dai cinesi”, tanto da voler abrogare il Trattato di Parigi, e si è detto contrario all’indicazione in etichetta dei cibi prodotti con Ogm. Tutte dichiarazioni e battute da campagna elettorale, per ora. Che però l’Europa, impegnata con gli Usa nelle trattative di un Ttip che vale decine di miliardi di euro e il cui percorso di certo si complica, e l’Italia del wine & food, che negli States ha uno dei suoi partner fondamentali, devono considerare con attenzione, visto che a pronunciarle è stato quello che oggi è, da definizione “classica”, nientemeno che “l’uomo più potente del mondo”.

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