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GLI ITALIANI E IL CIBO

Mezz’ora per cucinare, mezz’ora per mangiare. Al giorno. Ecco gli italiani a tavola per la Fipe

Secondo una ricerca della Federazione Italiana Pubblici Esercizi mangiare al ristorante diventa un’occasione anche per riscoprire il valore del tempo
FIPE, RISTORANTI, TEMPO A TAVOLA, Non Solo Vino
Philippe Daverio e Rosanna Vaudetti alla tavola rotonda sul cibo e la cultura della Fipe

Gli italiani hanno poco tempo non solo per cucinare, ma anche per mangiare: mangiano alla giornata (3 su 4 preparano i pasti giorno per giorno) e, mediamente, dedicano appena 37 minuti per cucinare in casa e si siedono a tavola solo per circa mezz’ora al giorno. A pranzo si cucina sempre meno, solo 1 italiano su 3 si dedica a questa attività tutti i giorni, mentre per la cena si sale ad una percentuale del 53%. Per contro i ristoranti sono considerati un importante strumento di salvaguardia della cucina, dell’identità culturale e alimentare e, soprattutto, della convivialità, per l’83,5% degli intervistati: mangiare fuoricasa diventa un’occasione per riscoprire il valore del tempo, con il ristorante viene vissuto principalmente come luogo dove rilassarsi (38,6%), e il 62,5% di chi pranza o cena fuoricasa si gode il pasto più di quanto non riesca a farlo tra le mura domestiche. Emerge da una nuova ricerca che svela lo stretto rapporto tra italiani e cibo di scena oggi all’Assemblea della Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi a Roma, al centro anche di una tavola rotonda “Il cibo è cultura” con, tra gli altri, il critico d’arte Philippe Daverio, la storica annunciatrice televisiva Rosanna Vaudetti e il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio, al quale il presidente Lino Stoppani ha proposto “un tavolo di concertazione sui pubblici esercizi e la ristorazione italiana per ascoltare le principali istanze del settore e ricercare le soluzioni che possano aiutare i nostri imprenditori a contribuire maggiormente alla crescita del Paese”. Fipe ha anche inaugurato, nella propria sede, la rassegna fotografica tra cibo e cinema “Ciak, si gusta!” (da oggi al 15 dicembre), 32 preziose ed emozionanti immagini in bianco e nero di Reporters Associati & Archivi/Alessandro Canestrelli, il più grande archivio fotografico italiano, tra i maggiori d’Europa, dedicato al cinema e allo spettacolo.
Tornando alla ricerca, gli italiani tendono a mettersi a tavola sempre negli stessi orari, e il momento del pranzo e della cena vengono comunque vissuti in prevalenza come momento di relax dal 44,6% degli intervistati che per la quasi totalità vive ancora il pasto come occasione per riunire la famiglia. Il legame con le tradizioni culinarie per gli italiani è sempre forte: il 75% tramanda di generazione in generazione i piatti tipici di famiglia e per il 98% si tratta di ricette che scaldano il cuore evocando ricordi ed emozioni. Il 46,1% dichiara di porre maggiore attenzione alle ricette che prepara o agli ingredienti che utilizza quando cucina per i propri figli. Ma i minuti sono contati anche per le provviste settimanali: il 48,6% di coloro che fanno la spesa, da soli o in compagnia, dedica agli acquisti da una a due ore alla settimana. Il 50,1% preferisce effettuare spese di piccola entità, acquistando pochi prodotti alla volta, giorno per giorno.
Al di là della bontà, della provenienza o della notorietà di un marchio, la prima caratteristica che gli italiani cercano in un alimento è che sia salutare. Il dato è confermato dal fatto che su coloro che hanno dichiarato di occuparsi personalmente della spesa il 46,1% sarebbe disposto a pagare un prezzo del 10% superiore alla media per acquistare un prodotto sicuro e di buona qualità. Ben il 71,8% degli italiani nella scelta del piatto da consumare si informa sulla qualità e la provenienza dei prodotti utilizzati. Parlando nello specifico del fuoricasa, per il 76% degli intervistati i ristoranti rispettano la propensione a consumare alimenti salutari, di qualità e tenendo conto delle diverse esigenze nutrizionali.
Sono meno della metà (il 41,6%) le persone che acquistano o consumano alimenti per motivazioni etiche o sociali, in ogni caso la tipologia di prodotti biologici, a chilometro zero e rispettosi dell’ambiente è al primo posto (53,9%) nelle scelte di acquisto. Solo al terzo posto si pone la scelta di alimenti made in Italy, ritenuta prioritaria dal 42,4%. Non manca tuttavia chi sceglie in base al prezzo: il 45,6% ha dichiarato di avere scelto un prodotto alimentare piuttosto di un altro sulla base di questo criterio.
L’attenzione degli italiani agli aspetti di sostenibilità viene confermata anche dalla propensione a limitare lo spreco alimentare attraverso la conservazione e il recupero degli alimenti. La quasi totalità degli intervistati mostra infatti l’abitudine di congelare i prodotti, l’82,8% riutilizza il cibo cucinato nei giorni precedenti per i pasti dei giorni successivi. Solo il 18,8% chiede di portare a casa il cibo e le bevande ordinati e non consumati.
Venendo al legame di tipo culturale che gli italiani hanno nei confronti del cibo la tradizione batte l’innovazione uno a zero: il 64,4% del campione si definisce conservatore nella propria relazione con il cibo, mentre solo il 35,6% è orientato alla sperimentazione. In ogni caso per il 95% degli italiani il cibo è uno dei veicoli che fanno emergere e aiutano a tramandare le tradizioni di un popolo. Ad esempio il pranzo della domenica ha un valore simbolico nell’immaginario collettivo, e il ristorante è un importante strumento di salvaguardia dell’identità culturale e alimentare del nostro popolo. Entrando nello specifico dei dati, il 56,1% di coloro che hanno viaggiato all’estero ha preferito provare la cucina locale pur sentendo la mancanza di alcuni piatti tipici italiani, in prevalenza la pasta e la pizza. Il 63,3% degli intervistati ha provato un ristorante etnico, mentre solo il 26,3% ha provato anche la cosiddetta cucina innovativa. Ben il 66,4% si riunisce durante i giorni festivi con parenti e amici per pranzare o cenare, magari per rievocare piacevoli momenti o vivere emozioni.

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