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Mf / Milano Finanza

La California conquista la vetta. Nella classifica di Wine Spectator, 15 vini italiani tra i 100 migliori ... Momento d’oro per il Barbaresco. Al decimo posto Oreno, un SuperTuscan della tenuta Sette Ponti. Non figura quello del produttore Angelo Gaja
Secondo Wine Spectator, questo dovrebbe essere un momento particolarmente favorevole per il Barbaresco. Nella classifica dei 100 vini migliori del mondo ne compaiono addirittura quattro. Certo, non nelle prime posizioni (sono tra il 23° e il 97° posto): d’altronde, il primo vino italiano ha solo la decima piazza ed è un SuperTuscan. In vetta stavolta c’è il rosso californiano, il Paloma Merlot, secondo è il bordolese Cos d’Estournel, cui seguono un vino cileno, uno Shiraz australiano, un Riesling tedesco, un Porto Vintage. Questa logica distibutiva dovrebbe soddisfare tutti. Gli italiani devono accontentarsi perché nel 2000 e nel 2001 hanno avuto due primi posti: il Solaia prima e l’Ornellaia poi. A base di sangiovese, cabernet sauvignon e merlot, l’Oreno, il SuperTuscan al 10° posto, è prodotto dalla Tenuta Sette Ponti, creata nel 1997 da un imprenditore toscano della moda, Antonio Moretti. In graduatoria ci sono in tutto 15 vini made in Italy: cinque piemontesi (un Barolo e quattro Barbaresco), due veneti e otto toscani (tre Brunello di Montalcino, un Chianti Rufina, un Carmignano e due Chianti Classico riserva, oltre all’Oreno). A brillare, insomma, sono i Barbaresco. Tra i quali non c’è, incredibilmente, quello di Angelo Gaja, tradizionale dominatore della denominazione. (arretrato de "Mf - Milano Finanza" del 3 gennaio 2004)

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