Agli albori della sua attività, una trentina di anni fa, le carte dei vini non c’erano: Fulvio Pierangelini, chef stellato del “Gambero Rosso” di San Vincenzo, uno dei più famosi e prestigiosi ristoranti d’Italia, si considera un pioniere del settore e svela a WineNews.tv l’evoluzione delle carte dei vini, fiore all’occhiello di ogni ristorante.
“Quando ho iniziato non esistevano né rappresentanti delle aziende, né guide dei vini: niente e nessuno che ti desse una direzione, c’era solo Veronelli a darci una qualche indicazione e, al ristorante, i clienti erano abituati a chiedere le solite bottiglie note o, più semplicemente, il vino sfuso. E’ stato per me molto difficile iniziare a far conoscere il vino ai miei ospiti ma nello stesso tempo molto emozionante. Poi però con il tempo, noi ristoratori abbiamo creato delle carte dei vini sicuramente troppe ricche, ci siamo ritrovati con valanghe di vini che soddisfacevano il nostro ego e che la gente tuttora continua a non conoscere a non capire. Adesso, quindi, si rende quasi necessario ridimensionarle, anche se personalmente penso sia un peccato, privilegiando le nostre realtà e l’abbinamento con la nostra cucina”.
“Ci ritroviamo - continua Pierangelini - ad avere le cantine piene di vini e spesso ci pesa; non credo, tuttavia, minimamente alle carte dei vini fatte con un paio di bottiglie comprate in enoteca: di sicuro questo non è rispetto per i clienti. Il vino, infatti, è semplicemente un servizio per i miei ospiti, lo è sempre stato. Il mio scopo è sempre stato riuscire ad avere una carta dei vini fuori moda e sono estremamente orgoglioso della mia cantina”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025