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AMBIENTE E AGRICOLTURA

Miele, crolla la produzione made in Italy. Domani la “Giornata Mondiale delle Api”

L’allarme Coldiretti: “inverno caldo e siccità hanno penalizzato la produzioni, in alcuni casi in calo del -80%”
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Miele, crolla la produzione made in Italy. Domani la “Giornata Mondiale delle Api”

Domani, 20 maggio, nel mondo, è la “Giornata Mondiale delle Api”, giorno in cui si celebra questo piccolo insetto che, con la sua opera di sentinella dell’ambiente e di impollinazione, è fondamentale per l’agricoltura, per la biodiversità e, dunque, per la vita umana. Ma per i “pastori di api”, gli apicoltori, ed i produttori di miele, c’è ben poco da festeggiare.
In un quadro già di grande sofferenza a causa del Covid19, comune a tutti i settori, la produzione di miele made in Italy fa i conti con una stagione che, a causa di un andamento climatico anomalo e una grave siccità che ha ridotto fioriture e stressato le api, vede cali di produzione anche fino all’80% sulla media. A dirlo la Coldiretti, secondo cui “l’inverno bollente e la pazza primavera segnata da gelate hanno creato in molte regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere, anche se non mancano lungo la Penisola situazioni più positive rispetto allo scorso anno”.

Le difficoltà delle api, ricorda Coldiretti, sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape visita 7.000 fiori al giorno, e ci vogliono 4 milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni, sottolinea la Fao.
Ma a rischio è anche il miele con un raccolto che in Italia rischia di essere anche peggiore del 2019, quando, con una produzione nazionale di appena 15 milioni di chili a fronte di un quantitativo di quasi 25 milioni di chili importato durante l’anno dall’estero, secondo elaborazioni Coldiretti (su dati Istat), dalle quali si evidenzia che il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. In altre parole - precisa la Coldiretti - quasi 2 barattoli di miele su 3 sono stranieri.
“In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane - conclude la Coldiretti - ci sono 1,5 milioni gli alveari curati da 60.000 apicoltori di cui 2/3 produce per autoconsumo”.

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