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Milano Finanza / Mf

Tutta Ornellaia a Robert Mondavi: il primo vino al mondo passa sotto il controllo del produttore californiano, quotato al Nyse. A vendere la tenuta è stato Lodovico Antinori. I Mondavi hanno offerto ai Frescobaldi una partecipazione paritetica. L’azienda toscana manterrà piena autonomia gestionale. Confermato, infatti, l’attuale staff ... Ornellaia, il primo vino al mondo secondo la rivista Wine Spectator nel 2001, è passato sotto il controllo di Robert Mondavi, uno dei maggiori produttori globali, quotato al New York stock exchange. La notizia è stata anticipata nel programma Report, di ieri dal canale Cfn/Cnbc, che è controllato come questo giornale da Class Editori spa. A vendere è stato Lodovico Antinori, fratello di Piero che è invece il presidente e l’azionista al 100% di Marchesi Antinori, il più famoso produttore italiano.
Per Lodovico la vendita è stata una decisione molto sofferta. Uscito dall’azienda di famiglia una ventina di anni fa, il minore degli Antinori ha sempre conservato ottimi rapporti personali con il fratello Piero e recentemente ha pianificato insieme a lui e alla sorella una nuova azienda, nella stessa zona di Ornellaia, ma nel 1999 aveva deciso di far entrare in Ornellaia il grande produttore americano con una quota del 20% per far conservare all’azienda i connotati di una realizzazione autonoma dal resto delle attività Antinori nel vino. Lodovico Antinori aveva cominciato a costruire Ornellaia in un terreno di Bolgheri ereditato dalla madre (una discendente della famiglia Della Gherardesca) una quindicina d’anni fa, impiantando 45 ettari di vitigni internazionali e prendendone in affitto un’altra cinquantina. Uscito da poco dall’azienda di famiglia che proprio in quegli anni il fratello Piero è riuscito a riacquistare interamente dai soci inglesi WithBread, Lodovico Antinori voleva dimostrare che 600 anni di storia del vino alle spalle potevano consentire di costuire da zero un’azienda di grande qualità. E per non sbagliare si è avvalso subito della consulenza di Adrej Tchelitchev, uno dei più grandi enologi al mondo, professore a Devis in California. Anno dopo anno il vino Ornellaia e gli altri come Masseto, Poggio alle Gazze, ecc sno saliti di qualità appunto fino ad arrivare al vertice massimo l’anno scorso con l’annata 1998.
I Mondavi (al fondatore Robert, un arzillissimo ottantenne, sono succeduti i figli Michael come ceo e Tim come capo della enologica) hanno avviato i primi investimenti in Italia a metà degli anni 90 con una joint venture con i Marchesi Frescobaldi, l’altra storica famiglia fiorentina del vino, guidata da Vittorio, che è anche presidente della Banca Steinbauslin. Dalla join venture è nato il vino Luce, un ottimo successo, più degli altri di fascia un po’ più bassa come il Lucente. La Robert Mondavi ha offerto ai Frescobaldi di partecipare pariteticamente a Ornellaia, determinando di fatto se i Frescobaldi accetteranno, com’è certo, un interessante switch fra le due famiglie fiorentine. L’offerta del 50% ai Frescobaldi è stata una necessità per Mondavi, per due motivi: uno perché hanno da tempo un impegno di esclusiva con la famiglia fiorentina in seguito alla joint venture per Luce, in secondo luogo perché hanno recentemente vissuto una brutta esperienza in Francia, dove avevamo investito direttamente e pertanto avevano assunto l’impegno in consiglio, anche su sollecitazione di investitori istituzionali, di farsi sempre accompagnare da un partner locale di grandissimo prestigio. Ornellaia produce oggi circa 600mila bottiglie di vino e ha un fatturato di circa 12,5 milioni di euro e un profitto di quasi 2 milioni di euro nel 2000. Nell’azienda è stato da tempo programmato un ingrandimento della cantina con un investimento di oltre 5 milioni di euro e questa era stata anche una delle ragioni che avevano spinto Lodovico Antinori, pur non mancandogli i mezzi, ad accettare il corteggiamento dei Mondavi vendendogli il primo 20. Alla fine del 2001 Mondavi è poi salito al 49% e avrebbe dovuto esercitare la call che aveva a fine 2002. Invece, anche per rendere più lustro il bilancio, ha pensato di accelerare i tempi e per Lodovico Antinori non c’è stato altro che accettare.
Del resto il prezzo fissato è ottimo, anche se non è stato per il momento comunicato. E ora Lodovico, che è più per temperamento un costruttore di aziende che un gestore, avrà la possibilità di ricostruire un’altra Ornellaia con il lancio dell’operazione Campo di Sasso, sempre nella zona di Bolgheri, dove insieme al fratello Piero e al figlio della sorella Ilaria ha pianificato di impiantare circa 80 ettari. Questa operazione segna il ritorno all’unione anche negli affari fra i fratelli Antinori e serve a Lodovico ad addolcire l’amaro che prova avendo venduto un gioiello come Ornellaia. “Ma quando si vende”, ha confidato ad un amico, “è sempre così: da una parte si è sollevati e felici per aver chiuso un deal, dall’altra parte si è tristi perché ci si stacca da qualcosa che è stato tuo. Mi consola che l’azienda continuerà a godere una sua piena autonomia gestionale”. Infatti, lo sfaff, dal direttore generale Leonardo Raspini all’enologo Thomas Duroux, al direttore commerciale Alex Belson, rimarrà in carica. Nell’anno fiscale chiuso lo scorso giugno Mondavi ha venduto quasi 10 milioni di casse da 12 bottiglie fatturando circa 500 milioni di dollari. La capitalizzazione più recente è di 341 milioni di dollari, anche in conseguenza del non brillante ultimo trimestre, che ha registrato un calo dell’utile netto del 24%, mentre ieri il titolo è rimasto sostanzialmente invariato dopo che si è saputo dell’operazione in Italia.

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