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Mantovani, il successo è puntare sul prodotto italiano ... Sul mercato italiano la birra perde colpi e i liquori anche. Il vino invece non solo tiene, ma è quello che meglio resiste all’estero ai venti di crisi, che hanno scosso con vigore altri prodotti forti. Come quello francese. Così legge l’attuale congiuntura vitivinicola Giovanni Mantovani, dg di Veronafiere, che da oggi ospita il Vinitaly. Un appuntamento chiave per tastare il polso al settore, dopo una crisi economica a volte drammatica. “La congiuntura è tendenzialmente positiva”, spiega Mantovani. “Dai numeri, specie quelli più attuali, emerge un calo dei consumi. Ma i primi dati relativi al 2010 evidenziano un andamento positivo. Da una ricerca che diffonderemo nel corso del Vinitaly, emerge come sul mercato italiano alcuni prodotti calino molto più del vino. Come birra e liquori. Se l’italiano deve scegliere”, chiosa il dg di Veronafiere. “sceglie il vino”. E l’export? “Non va male”, dice. “Il mercato europeo ha tenuto. È calato in valore, ma non in quantità. C’è stata una mediazione dei prezzi”. Resta il fatto che tante aziende sono in crisi. La cosa ha influito sulle presenze al Vinitaly? “No”, risponde Mantovani, “siamo ai livelli del 2008, con una buona tenuta delle presenze internazionali”. Insomma, nonostante la crisi le aziende al Vinitaly non rinuaciano. “È una crisi a macchia di leopardo. Alcune aziende o territori soffrono più di altri, qualcuno si è fatto male”, dice Mantovani, “ma, per uscirne bisogna reagire con tempestività, lavorare sul rapporto qualità-prezzo e allo sviluppo di reti distributive. La presenza nella gdo diventa strategica. Molte aziende hanno iniziato nell’ultima fase della crisi ad approcciare la grande distribuzione. Eppure è il canale che vende di più”. Resta il fatto che Vinitaly non offre grandi palcoscenici ai produttori stranieri, a differenza del Pro-wein di Düsseldorf, che pare abbia fatto il pienone a fine marzo. “Ma questo è un vantaggio”, spiega Mantovanì, “perché il prodotto italiano tiene meglio di altri. E il fatto di aver affiancato alla manifestazione una serie di eventi all’estero rafforza Vinitaly sui mercati internazionali”. Il Vinitaly tour offre ai produttori italiani una vetrina sui mercati esteri per realizzare nuove reti commerciali. Ma ha anche un altro effetto: diffonde il marchio Vinitaly nel mondo. Per questo a fine anno gli operatori esteri tornano a Verona. Vinexpo, la fiera bordolese, dovrà temere? “Non credo, sarà nel 2011. Per il bene del settore mi auguro sia un successo. Vinexpo e Vinitaly sono cambiate negli ultimi anni. La prima è più ancorata alla tradizione, la seconda ornai un evento mediatico”.

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