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Al boss piace la tenuta agricola ... L’elenco dei beni confiscati al crimine organizzato... Appartamenti e tenute agricole. Sono queste le tipologie di beni che vanno per la maggiore quando boss e picciotti decidono di investire nel mattone. Tra appartamenti, terreni agricoli e tenute con antichi edifici rurali, infatti, il crimine organizzato ha messo insieme un patrimonio immobiliare di tutto rispetto, come emerge dall’analisi delle proprietà riconducibili a mafia, camorra e ‘ndrangheta finite nel mirino di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Come è possibile ricostruire dagli ultimi dati dell’Agenzia nazionale che amministra i beni confiscati al crimine organizzato, più della metà dei cespiti sequestrati sono proprio appartamenti e terreni agricoli. Si tratta per l’esattezza di 5.460 beni su 9.613 complessivi. La malavita non disdegna nemmeno box, garage e autorimesse, visto che pi del 10% del beni sottratti è rappresentato proprio da questa tipologia di immobili. Notevole è poi la consistenza delle aziende poste sotto sequestro. Su 10.919 beni totali, imprese e società sono oltre 1.300, situate soprattutto nel Mezzogiorno, ma non solo. In testa alla classifica delle imprese criminali c’è la Sicilia (504 aziende), seguita da Campania (249), mentre la Lombardia con le 178 realtà confiscate supera la Calabria (107), terra d’origine della ‘ndrangheta, e il Lazio, quinta regione in classifica con 104 società confiscate. Non mancano poi gli investimenti strategici, come nel caso dei terreni edificabili. In questo caso ne sono stati sequestrati 241. Il cosiddetto catasto del malaffare, comunque, parla chiaro. Palermo è la capitale italiana del crimine organizzato. Il capoluogo siciliano, stando agli ultimi dati trasmessi dall’Agenzia guidata dal prefetto Mario Morcone, si conferma la prima provincia per infiltrazione mafiosa, con un patrimonio complessivo di 3.315 proprietà immobiliari confiscate. Più del triplo rispetto a quanto intercettato dall’altra parte dello stretto, nella provincia di Reggio Calabria, dove sono 1.006 i beni finiti sotto la gestione degli uomini di Morcone. Anche la camorra si è vista sottrarre numerose proprietà dalle forze dell’ordine. Tra Napoli e Caserta sono 1.347 i beni immobiliari cui sono stati apposti i sigilli. Un quadro complessivo si può ottenere esaminando la situazione (aggiornata al 7 giugno scorso) dei beni sottratti al crimine. Quelli in gestione sono 2.867, mentre altri 5.288 vengono definiti come “consegnati”, ossia destinati o assegnati. Sotto questa voce rientrano 628 terreni, di cui 126 beni aziendali e quindi, con le attuali norme, non separabili, spiegano dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione. La gran parte è rappresentata proprio da abitazioni e fabbricati, che si attestano a 1.334 unità (di cui 643 beni aziendali). Altri 60 cespiti corrispondono a capannoni (di cui 7 beni aziendali). Passando alle imprese, sul totale di 1.323 aziende finite nel raggio d’azione dell’Agenzia, 393 sono state liquidate, vendute o cancellate dal registro Rea. Molte delle altre, spiegano dagli uffici del prefetto Morcone, sono vere e proprio “scatole vuote” senza dipendenti e dovranno dunque solo essere cancellate...

Le tipologie dei beni confiscati alle mafie.

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