Tra mercato in calo, guerre, tensioni internazionali e la grande ondata salutista che sta contribuendo, insieme all’economia, a ridurre i consumi di vino, lo scenario è quanto mai sfavorevole. Eppure, “io credo che sia il momento giusto per investire in vino. Se nella vita aspetti che tutto sia a posto, non farai nulla. Le cose sono come sono, devi prenderle oggi, come sono e fare del tuo meglio, scegliere i posti giusto e farli crescere. È quello che sto facendo, ed oggi non penso ad altri investimenti. Magari nei prossimi 5-10 anni ...”. A dirlo, a WineNews , Alejandro Bulgheroni (video nei prossimi giorni, ndr), uno degli imprenditori più importanti al mondo, nel campo dell’energia, ma anche dell’agricoltura, e del vino in particolare, con 14 tenute in tutto il mondo (1100 ettari di vigna), e 4 in Italia, nei territori più prestigiosi di Toscana, Dievole in Chianti Classico, Podere Brizio a Montalcino, e poi Bolgheri, con Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia, di cui, di quest’ultima, ha inaugurato oggi una avveniristica cantina gioiello, recuperando la vecchia Cava di Cariola, a Castagneto Carducci , con un investimento di 23 milioni di euro (con la “benedizione” anche della Regione Toscana ad un grande progetto di recupero ambientale”. Un progetto unico, che secondo Bulgheroni, è reso possibile dal “grande vino che qui produciamo. È il miglior terroir della zona, è un luogo fantastico, e crediamo che sia il posto giusto per la costruzione di questa cantina realizzata con e grazie alle tecnologie più moderne”. Bulgheroni, che vanta tra i suoi avi anche un nonno italiano emigrato in Argentina nel 1873, ha investito in Toscana, e nei suoi tre territori più prestigiosi, su consiglio del celebre winemaker italiano Alberto Antonini, che collabora da tempo con l’imprenditore argentino. “Alberto mi ha sempre detto che avrei dovuto investire in Toscana, in Italia, e così eccoci qua, e ci ha anche detto che dovevamo farlo nei tre territori principali, Montalcino, Chianti Classico e Bolgheri. Abbiamo completato il trittico”. E se gli si chiede se lo rifarebbe, o se sta pensando ad investire in altri territori, Bulgheroni ha le idee chiare: “in poco tempo abbiamo sviluppato diverse cantine in America Latina, negli Stati Uniti, in Europa e in Australia, serve tempo per crescere e raggiungere il giusto posizionamento. Adesso non vogliamo pensare ad altri investimenti, ma completare quello che abbiamo, e c’è ancora molto da fare”. Ma mai dire mai.
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