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NASCE “INHES - ITALIAN NUTRITION & HEALTH SURVEY”, L’OSSERVATORIO PER CONOSCERE MEGLIO CHE COSA ACCADE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI, QUALI ABITUDINI SI STANNO PERDENDO, QUALI RESISTONO E QUALI NOVITÀ SI STANNO AFFERMANDO

Nasce Inhes - Italian Nutrition & Health Survey, l’osservatorio basato su un rigoroso approccio scientifico, a cui saranno chiamati a partecipare con intervista telefonica 13.000 cittadini dai 6 anni di età in su, nasce per conoscere meglio che cosa stia accadendo sulle tavole degli italiani, quali abitudini si stanno perdendo, quali resistono e quali novità si stanno affermando. Uno strumento per entrare nell’anima delle scelte alimentari degli italiani, da nord a sud, analizzare i loro stili di vita e le loro abitudini “a tavola”, e scoprire se sono coerenti con il modello alimentare mediterraneo, da poco riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco per la sua rilevanza sulla salute dell’individuo.

Il modello mediterraneo, infatti, non solo garantisce benefici in termini di salute e benessere ma rappresenta uno stile di vita importante contro buona parte dei fattori di rischio che causano l’insorgenza delle principali patologie croniche del nostro tempo, ben conosciute da ogni professionista della salute - dal medico di medicina generale allo specialista -, che sperimenta quotidianamente le difficoltà incontrate dalla gente di fronte ai problemi che riguardano lo stile di vita e i comportamenti alimentari: proprio su questi ultimi è puntato l’obiettivo di Inhes, un’analisi del comportamento alimentare degli italiani, dettagliato per luogo e per età. Con indubbi vantaggi - una volta noti i risultati - non solo per guidare le scelte di salute pubblica ma anche e soprattutto per aiutare le persone con indicazioni realmente efficaci e applicabili nella vita di tutti i giorni.

A garanzia dell’assoluta attendibilità dei risultati attesi, i laboratori di ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso hanno impostato la metodologia d’indagine con estremo rigore scientifico. “Il progetto dell’Osservatorio Inhes si differenzia da altre iniziative epidemiologiche del genere per il suo approccio scientifico, improntato alle regole della sperimentazione clinica, per la numerosità del campione e per l’omogeneità della raccolta dei dati - spiega Giovanni de Gaetano, direttore dei laboratori di ricerca Centro Giovanni Paolo II dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Campobasso -. La metodologia dello studio, dalla randomizzazione del campione all’analisi dei dati, è unificata a livello centrale, a differenza di altri studi che si caratterizzano per una metodologia multicentrica con tutta la variabilità che questa comporta. Un altro aspetto importante di Inhes è che il protocollo d’indagine è stato studiato in modo da inserire l’alimentazione in un quadro più generale di comportamenti e stili di vita”.

Sapere quanti italiani adottano ogni giorno una sana alimentazione e quanti invece se ne discostano è importante per la società e anche per la sanità pubblica, perché l’aumento nell’incidenza di disturbi di natura metabolica e cardiocircolatoria grava su tutto il sistema-salute del nostro paese. Basti pensare che soltanto sovrappeso, obesità e patologie correlate (in particolare, diabete e malattie cardiovascolari) costano ogni anno all’Italia 22,8 miliardi di euro di soli costi diretti. In Italia, il 34,2% delle persone è sovrappeso e il 9,8% è obeso. Un problema che non risparmia l’infanzia, quasi 1 bambino su 3 tra i 6 e gli 11 anni (oltre 1 milione e 100.000) ha problemi legati al Body Mass Index (indice di massa corporea) e al giro vita. Un significativo aumento nell’incidenza di sindrome metabolica, patologie cardiovascolari e tumori sono la conseguenza neppure troppo indiretta di questa situazione. “L’alimentazione ha un ruolo importantissimo nel preservare la salute delle persone. Se corretta, equilibrata e associata a uno stile di vita sano, essa ha un ben documentato effetto protettivo nei confronti di importanti patologie del nostro tempo come diabete, obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari e persino nei confronti di un gran numero di tumori - afferma Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca e direttore del programma “Educazione e Comunicazione” dell’Istituto nazionale ricerca alimenti e nutrizione - Inran -. Tuttavia, gli italiani, come altre popolazioni europee, si stanno sempre più allontanando dal tradizionale modello alimentare mediterraneo a favore di abitudini e scelte alimentari tipiche delle società occidentali che, insieme alla sedentarietà, sono responsabili di un sempre più marcato aumento di eccedenza ponderale. Siamo preoccupati soprattutto per i giovani, che seguendo modelli e mode poco equilibrati rischiano di disperdere in breve tempo quel “bonus” protettivo lasciato in eredità dai nonni”.

“Ci auguriamo di essere sorpresi dai risultati dello studio, - spiega de Gaetano - per esempio, sappiamo che in Italia si sta abbandonando il modello alimentare mediterraneo, specie nelle fasce di età più giovani, ma non sappiamo se questa è una tendenza per tutta la Penisola o soltanto per alcune aree specifiche. Grazie al fatto che il campione comprende dai bambini agli anziani provenienti da ogni Regione italiana, Inhes rappresenta davvero una straordinaria opportunità per fare il punto su dove sono gli italiani rispetto alla tradizione alimentare del loro paese. Ciò contribuirà in modo significativo a individuare le ‘leve’ giuste per interventi di salute pubblica finalizzati alla prevenzione e alla salute”. Da poco decretato patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, il modello alimentare mediterraneo, descritto per la prima volta negli anni Cinquanta per alcuni territori che si affacciano sul Mare Nostrum tra cui il Cilento e oggi esportato in tutto il mondo, ha, come è noto, un ruolo strategico nel preservare la salute delle persone. “Da tutti gli studi effettuati in questi anni, emerge in modo indiscutibile che il miglior modello alimentare in termini di salute è quello mediterraneo, - ricorda de Gaetano - e con un intervento unico agendo sul comportamento alimentare, si è in grado di ottenere un risultato multiplo, o una prevenzione molto ampia della salute delle persone”.

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