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Nasce la Consulta Nazionale del Vino Italiano (Co.N.V.i.) e per la prima volta 12 associazioni della filiera del vino si uniscono per far ripartire il consumo e la cultura, attraverso progetti concreti e coinvolgendo le giovani generazioni

Dodici associazioni della filiera del vino unite per far ripartire il consumo e la cultura del vino italiano, attraverso l’elaborazione di progetti concreti, che promuovano il patrimonio vitivinicolo italiano coinvolgendo prima di tutto le giovani generazioni: è con questo obiettivo che nasce la Consulta Nazionale del Vino Italiano (Co.N.V.i.), presentata oggi nello Slow Food Theather a Expo. Chi sono? Agivi, Ais-Associazione Italiana Sommelier, Aspi-Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, Le Donne del Vino, Conaf-Consiglio dell’ordina nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, Fisar-Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori, Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, Movimento del Turismo del Vino, Slow Food Italia, Sive-Società Italiani di Viticoltura ed Enologia, Onav-Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino e Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane. Il prossimo passo a livello organizzativo sarà la realizzazione di un marchio comune della Consulta, presentato a tutto il mondo vitivinicolo nazionale al prossimo Vinitaly. A livello politico invece la prossima sfida della Consulta sarà coinvolgere in questa grande opera di educazione e formazione Ministeri e istituzioni potenzialmente interessati.

“Il progetto - ha spiegato Lorenzo Berlendis, vice presidente di Slow Food Italia - è nato dalla collaborazione tra le principali associazioni legate al settore vitivinicolo nazionale. Una novità assoluta, dal momento che mai prima d’oggi i rappresentanti delle diverse fasi della filiera si erano uniti in un progetto comune senza interessi di categoria, ma anche un importante stimolo in un momento in cui in Italia il consumo pro capite di vino negli ultimi 50 anni è sceso da 100 a 46 litri. Sempre più feticcio di ambienti ristretti, il vino ha perso il suo ruolo nutrizionale e il suo posto sulle nostre tavole, soprattutto per le giovani generazioni”.

Ed è proprio sui giovani che si concentrerà il lavoro della Consulta, come ha indicato il presidente di Onav e coordinatore CoN.V.i., Vito Intini, nel raccontare le iniziative che le associazioni vogliono mettere in campo per gettare un ponte tra la tradizione che abbiamo ereditato e il futuro rappresentato dai nostri figli: “la Consulta nasce per dare una risposta al crescente calo dei consumi di vino in Italia. La nostra scelta è stata partire dai giovani. L’idea è raccogliere tutto il nostro patrimonio storico e ambientale per introdurre il vino e la sua conoscenza come parte della nostra identità nazionale. Parleremo ai ragazzi di vino e cultura, perché il vino è un elemento del nostro essere italiani, e spiegheremo loro cosa vuol dire fare un prodotto di qualità in questo paese. Partiremo ovviamente dall’educare i giovani a bere consapevolmente, fornendo loro gli strumenti per avvicinarsi al vino in modo intelligente”.

A settembre ha preso vita nella Provincia di Brescia il primo progetto pilota, apripista di una serie di iniziative che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale, verso il quale già ben 50 istituti scolastici nella sola Lombardia hanno manifestato interesse. L’obiettivo è duplice: valorizzare la conoscenza della tradizione enologica nostrana e del suo significato nella nostra storia, ma anche promuovere il tema del consumo consapevole.

E se grande attenzione è dedicata al vino come simbolo identitario e culturale nazionale, non manca l’accento anche sul delicato e fondamentale lavoro di chi questo simbolo lo raccoglie e lo trasforma, intrecciando il proprio sapere artigianale con la natura stessa -dei territori, anch’essi da tutelare e da raccontare. “Naturalmente non si può fermare il progresso ha detto Rosanna Zari, vice presidente Conaf - ma vanno considerati quegli elementi caratteristici dei paesaggi nati dall’opera dell’uomo. Vogliamo diffondere i tanti esempi virtuosi di integrazione tra tradizione e innovazione: i risultati di questa Consulta dovranno avere un panorama vasto, interessare tutte le nostre regioni, anche attraverso l’introduzione nelle nostre scuole di corsi legati ai temi dell’agricoltura, prevista da un disegno di legge che speriamo venga presto alla luce”.

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