L’unione fa la forza, idea alla base di ogni realtà cooperativa. Ma in tempi che richiedono, spesso, dimensioni sempre più importanti ed economie di scala non secondarie, capita sempre più spesso che sia le stesse cooperative ad unirsi tra loro. Ultimo caso, in questo senso, arriva dalla Toscana, dove nasce Vivito, dalla fusione tra la Cantina Colline del Chianti (che aveva già inglobato la Cantina di Geggiano che fu di Ranuccio Bianchi Bandinelli, intellettuale ed illuminato latifondista del Novecento, che donò parte dei possedimenti a mezzadri e coloni) e la Cantina Sociale di Certaldo (entrambe aderenti a Legacoop Toscana), che danno così vita ad una realtà da 1.650 ettari di vigneto (1.250 dei soci, e 400 dalle aziende agricole di Montagnana nel Fiorentino e Scarna nel Senese, portate in dote a Vivito dalla fusione delle due cantine), per un valore alla produzione intorno ai 12,5 milioni di euro, derivanti soprattutto dallo sfuso (70.000 ettolitri la produzione complessiva, oltre a 200.000 unità di vino imbottigliato, ndr). Per la Vini di Viticoltori Toscani (questo il significato di Vivito, ndr), la produzione spazierà così dal Chianti al Chianti Classico, alla Vernaccia di San Gimignano ed a più Igt, produzioni che “spaziano dal territorio del Chianti fiorentino e senese alla Maremma grossetana garantendo alla filiera significativi volumi di vino prevalentemente sfuso”, spiega la stessa Vivito.
La concretizzazione di un percorso “iniziato prima della pandemia - spiega Davide Ancillotti, presidente in pectore di Cantine Vivito - entrambe le strutture operano con margine remunerativo e senza debiti. I soci conferitori e finanziatori potranno contare su più stabilimenti, su un maggiore potere d’acquisto e stoccaggio, su una maggiore capacità logistica e finanziaria, su maggiori possibilità di reddito”.
Vivito può contare su un patrimonio netto di 9,5 milioni, su disponibilità liquide per 2,2 milioni e di un valore della produzione pari a 12,5 milioni a fronte di 1,7 milioni di capitale sociale, 0,5 milioni di debito verso i soci e nessun debito verso banche. “Tutto questo a partire da un progetto industriale che guarda al futuro. Per questo - spiega la Cooperativa - è prevista la riqualificazione dello stabilimento di Poggibonsi per un investimento di 700.000 euro, è previsto l’acquisto di macchinari per avere sfuso con ottimi parametri per 180.000 euro di investimenti, sono previsti reimpianti nelle vigne, investimenti sulle aziende agricole e formazione al personale.
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