In Cina tutte le produzioni costano meno, anche quelle di animali clonati. La prima pecora al mondo ottenuta con un metodo semplificato rispetto a quelli tradizionali è nata poco meno di un mese fa a Shenzen, come comunica la Bgi genomics, l’azienda che l’ha realizzata. “Peng Peng (la pecora in questione) - afferma il comunicato -, oltre ad essere “low cost” ha anche una carne resa più ricca in acidi grassi insaturi, sostanze che proteggono dalle malattie cardiache”.
I tentativi di farla nascere sono durati due anni, a partire da alcune cellule di un esemplare di pecora Merino manipolate geneticamente con un sistema chiamato “Handmade”, che richiede meno strumentazione e ha costi inferiori rispetto a quello utilizzato ad esempio per la più famosa pecora Dolly: “Peng Peng alla nascita pesava 5,4 chili, al momento è sana e si sta sviluppando normalmente - afferma Yutao Du, che dirige il laboratorio - con l’esperimento abbiamo messo a punto gli aspetti più complessi della procedura, e ora siamo pronti per la produzione su scala industriale”.
La nuova pecora va a fare compagnia a una serie di altri animali ottenuti con lo stesso metodo, dal maiale al bufalo: “Ad ogni nuova specie ottenuta impariamo di più su come migliorare la salute degli animali e degli uomini - aggiunge Du - mi aspetto altre grandi scoperte in questo campo molto presto”. Ma in Europa vige ancora un certo scetticismo verso la clonazione. Il 77% dei cittadini europei ritiene infatti che la clonazione animale per fini alimentari sia innaturale, almeno secondo una lettura dei dati Eurobarometro della Coldiretti . “L’opposizione alla clonazione a fini alimentari è alta in Italia con - sottolinea la Coldiretti - il 61% che non la ritiene sicura per le future generazioni, il 62% che pensa non faccia bene alla salute e il 68% che sia innaturale”.
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