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Nazione / Giorno / Carlino

Niente alcol dalle due, locali in rivolta: “È il tracollo” … La deroga alla legge non è stata concessa. Si teme che “abusivi” ne approfittino al di fuori delle discoteche… Il primo capodanno analcolico rischia di spaccare il popolo della notte e di abbrutire i proprietari dei locali che stanno sfogliando la margherita in questi attimi: faccio bere e rischio la multa, o rispetto la regola fino in fondo e perdo quei clienti che, alle due, vogliono continuare a divertirsi e, quindi, a consumare qualcosa di forte?
“Brinderemo con la coca cola”, si lascia scappare a mo’di battuta Gherardo Guidi, patron di uno dei più celebrati locali della penisola, la Capannina di Forte dei Marmi, nella Versilia delle grandi vacanze, dei locali maestosi, ma anche della crisi dietro l’angolo. La voglia di contestare la legge però è forte, anche se le contromisure da prendere qualche rischio l’hanno.
Insomma: alle due di notte non si possono più servire alcolici nei locali pubblici, e questo già si sapeva; chi sperava in una proroga per San Silvestro è stato bruciato dal no del Governo. Adesso non resta che aspettare gli eventi, capire come si reagirà nelle varie zone del divertimentificio all’italiana. Dal canto loro, i sindacati dei pubblici esercizi (Fipe) e delle discoteche (Silb) si erano mossi con tempismo per chiedere alle autorità l’elasticità del provvedimento, mobilitati dal vocio degli associati, una base che vede nelle feste la possibilità di ribaltare un’annata non proprio straordinaria dal punto di vista economico.
Su questo spinge proprio Guidi, che di stagioni ne ha passate tante come nocchiero di locali notturni: “Siamo operatori in difficoltà, dovrebbero venirci incontro e invece ci bacchettano”. C’è chi denuncia il 30 per cento in meno di volume d’affari rispetto allo scorso anno. La Fipe, dal canto suo, fa notare che aveva fatto accogliere agli associati la proposta di mettere a disposizione dei clienti un “guidatore designato”, per accompagnare a casa i compagni di bevute più alticci. Polemicamente, nella sua ultima comunicazione, la Federazione italiana dei pubblici esercizi ha annullato questa iniziativa che decade “per mancanza di condizioni”. E che quindi ognuno faccia per sé. Discussioni che possono mettere a rischio l’incolumità dei giovani, producendo un risultato contrario a quanto la legge mira.

“Alle due anche il 31 dicembre smetteremo di servire da bere - spiega Alberto Muratori, amministratore delegato dell’Origami di Rovato, uno dei locali più trendy lombardi, in provincia di Brescia -. Ma allora i ragazzi forse se ne andranno, diretti in tanti altri locali che non rispettano la legge e che servono mignon o lasciano le bottiglie sui tavoli prima della mezzanotte. Dovremmo rispettare tutti la legge. Questo, comunque, non risolve il problema, dato che gli alcolici se li portano da casa e li tengono in macchina, uscendo di tanto in tanto per bere. Ogni mattina raccogliamo decine di bottiglie che non vendiamo. Il problema è anche questo:
solo chi fa pubblico spettacolo non può servire alcol. Gli altri lo fanno per tutta la notte e per tutto il giorno, persino i banchetti vicino agli ingressi dell’autostrada”.

Un pensiero che altri condividono e che fa tornare alla mente i tanti, troppi, incidenti con l’alcol come causa di morte, anche di chi, sostengono i titolari dei locali da ballo, non usciva dalla discoteca, ma solo da un pranzo o una cena casalinga. E un pensiero - quello della salvaguardia della salute, messa a repentaglio da un consumo di alcol in crescita smodata - che nella Riviera romagnola si cerca di risolvere con la navetta: trentuno locali riminesi l’hanno approntata fra le 20 e le 6 per trasportare dai pub del centro storico alle discoteche chi lo desidera fare in tutta tranquillità. Dovranno “abbonarsi” a tre drink per un totale di 40 euro e avranno i viaggi gratuiti.
Ma la soluzione che molti gestori auspicano al loro travaglio notturno sta in un fatto molto italiano: la non applicazione della legge, che non sarebbe tutto sommato uno scandalo. Cioè questo (ed è un’idea che si fa strada anche fra chi è impegnato a portare avanti i locali più in): che i controlli non giungano, che non ci siano, che, come accade in altri paesi, per una volta si chiuda un occhio. Qualcuno sfiderà la legge, lo dice chiaramente, come sulla citatissima Riviera adriatica: molti titolari di locali sostengono che “tanto vale rischiare per fare un fine anno come si deve, visto che la gente viene e consuma; se poi bisogna stare chiusi una settimana a fine gennaio per espiare la nostra pena, chi se ne frega...”.

Il vice sindaco di Rimini è addirittura più esplicito: “Mi auguro proprio che i vigili urbani e le forze dell’ordine non girino per i locali a fare controlli. Anzi, per quanto riguarda la polizia municipale, la disporremo tutta lungo le strade per controllare il traffico e salvaguardare davvero la salute della gente. Altro che locali analcolici dalle due”.

Un concetto, che Guidi esemplifica: “Se la gente mi prenota un tavolo per quell’ora, non posso mica servire acqua?”. Vero, lo spumante è un altra cosa.

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