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Ecco la lobby che ha affondato il giro di vite sull’alcol ... Divieto di vendita dopo le 2: il ribaltone in commissione trasporti. Voto bipartisan in barba ai morti dopo lo sballo... La chiameremo “nazionale del ribaltone”. Ve la dimostriamo nella pagina a fianco: difficile trovare In Italia una squadra così bipartisan. È composta da undici politici: dalla sinistra estrema alla destra ci sono proprio tutti. Il 2 ottobre 2007 i1 nostro Parlamento firmava il divieto imposto ai locali di intrattenimento di vendere alco1ici dopo le due di notte; il 17 gennaio - cioè giovedì scorso, cioè 107 giorni dopo quella decisione – la politica si è rimangiata tutto. I cipigruppo della commissione Trasporti della Camera - la nazionale di cui sopra - hanno votato all’unanimità con un emendamento (il 24.34) la cancellazione di quel divieto. La decisione dovrà passare si all’esame di camera e Senato, ma dopo questa vertiginosa piroetta all’insegna dello “scusateci, abbiamo sbagliato”, improbabile che l’emendamento possa essere bocciato. Anche se i dati ufficiali di polizia e carabinieri dicono che negli ultimi tre mesi de1 2007, cioè con il divieto in vigore, ha perso la vita sulle strade dei week end quasi il 30% di persone in meno.

E allora: che cos’è successo davvero nelle segrete stanze della politica romana? Il furioso Carlo Giovanardi (Udc) parla delle potentissime pressioni delle solite lobby dei discotecari. E’ vero?
che vuoi dire? La commissione nel mirino (46 membri) è presieduta dal Pd Michele Pompeo Meta composta anche dai quattro deputati di An (Silvano Moffa, Carlo Ciccioli, Mario Landolfi e Vincenzo Nespoli) promotori a inizio ottobre del blitz che introduceva, nel decreto legge di Amato sulla sicurezza stradale, il divieto alcolico. Ora è curioso il fatto che proprio Moffa abbia in pratica votato contro se stesso. “Quella norma di ottobre - si spiega Moffa - era stata dribblata con mille stratagemmi. Dopo le due, in realtà, si beveva lo stesso, ovunque. Era quindi diventata una legge inutile, si penalizzavano solo certi locali. Il numero degli incidenti è calato drasticamente? Credo sia merito dei maggiori controlli delle forze dell’ordine”.

Eppure un mese fa Moffa diceva (verbale ufficiale della commissione) che “l’introduzione del divieto di vendita degli alcolici recava in sé un principio di cui non si può disconoscere la sostanza. La mera soppressione della disposizione costituisce una riposta troppo limitata”. Sempre in dicembre anche Mario Tassone (Udc) esprimeva perplessità circa la soluzione di togliere il divieto alcolico”. Giovedì scorso le sue perplessità sono evidentemente cadute. Carlo Ciccioli (An) è l’unico altro membro della commissione che a dicembre si era detto decisamente contrario alla cancellazione della norma. E diceva: “La sua mera soppressione rappresenta una sconfitta del Parlamento di fronte alle lobbies scese in campo” Anche lui ha parlato di lobbies. E l’unico che oggi conferma: “Giovedì scorso non sono andato in commissione, ero arrabbiato, non mi andava di essere lì quando si firmava quell’emendamento. È inutile nasconderlo: un po’ tutti i partiti hanno ricevuto pressioni fortissime. Si sono mossi anche molti pezzi grossi. La com­missione è stata in­fluenzata dall’alto. Io sono il primo a di­re che la norma di ot­tobre andrebbe rivista e adattata. Non cancellata in cinque minuti”. Da ottobre a oggi ne sono successe tante. Qualcuno parla anche di minacce ai politici. “Minacce no, insulti sì: tanti” sorride Ciccioli.

“Mi è arrivata - dice anco­ra Ciccioli - anche la seguente e-mail dal titolare di un locale: ‘Mi ver­gogno come mar­chigiano di avere lei come parlamen­tare’. In tante disco­teche italiane era anche scattato co­me un tam-tam per il quale a un certo punto il dj face­va i nomi del sottoscritto, di Moffa, di Landolfi e di Nespoli, e poi diceva: ‘È per colpa di questi signori che non potete più bere in disco­teca’”.

E poi la presunta lobby dei discotecari ha snocciolato per mesi i suoi dati: “Mandate sul lastrico 70mila famiglie, abbiamo già perso il 60% degli incassi, in Friuli metà dei lo­cali si sono già trasformati in circo­li privati, i chioschi fuori dalle di­scoteche di Milano hanno aumen­tato il fatturato del 400 per cento, la gente beve lo stesso, magari si porta le bottiglie da casa. Perché volete rovinare solo noi?”. Le lob­by votano, e fanno votare: i morti sulle strade, no. E così alla fine la politica ha ceduto.

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