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Menù tricolori al ristorante Armani ... Tokio... Enrico Derflingher, già chef dei reali inglesi, sfida il Giappone...Moda e gastronomia italiana insieme alla conquista del Giappone. Dal 4 al 10 febbraio all’“Armani Ginza Tower Restaurant”, nel quartiere chic di Tokio, e la settimana dopo al ristorante “L’Officina di Enrico”, piatti significativi della nostra cucina saranno in abbinamento con vini altrettanti tipici. Artefici di quest’operazione made in Italy, lo chef Enrico Derflingher, 45 anni, lecchese e Giancarlo Aneri, enologo e produttore di vini importanti coi
quali hanno brindato i potenti di tutto il mondo (sono anche i vini di rappresentanza al quirinale). Derflingher ha fama di essere uno dei massimi chef al mondo: dopo tante importanti esperienze in Italia e all’estero, è stato chef della famiglia reale inglese e di Bush padre quando era alla Casa Bianca. Momenti dei quali parla con semplicità. “Sono stato per due anni chef del principe Carlo e della principessa Diana, poi sono diventato responsabile delle cinque cucine della Casa reale inglese: di Buckingham Palace, di Balmoral, di Windsor, di Kensington Palace, della nave e del treno reale. Ero il primo chef italiano dopo 400 anni di francesi”. Inevitabile chiedergli i gusti di Carlo e Diana. “Li ho abituati a mangiare le paste fresche - risponde - e le gradivano moltissimo. La regina preferiva le carni o il salmone scozzese e le sogliole di Dover pescate apposta per lei”. E Diana com’era? “Gentilissima, non è vero che era sempre a dieta. Era in linea perché faceva molto sport”. E alla casa Bianca? “Ci sono stato dal ’91 al ’92. Bush, un vero signore, la moglie Barbara poi veniva in cucina, non c’era la formalità della Casa reale inglese. Quando la famiglia si riuniva, erano in una trentina. Predominava il gusto texano, per la carne rossa alla brace”. E con “Re Giorgio”? “Lo conoscevo e l’ho rivisto a Tokyo tre anni fa, per il matrimonio della figlia dell’Imperatore, ero lo chef - racconta -. Mi ha proposto di occuparmi del ristorante dell’Armani Tower. Ho accettato la sfida, abbiamo inaugurato a novembre scorso, è tutto italiano, dalla moda alla cucina”.
“Mi sento un ambasciatore - scherza Giancarlo Aneri -, d’altronde la moda ha aperto le porte al gusto italiano nel mondo e con queste settimane vogliamo farci conoscere al meglio. A ogni piatto tipico sarà abbinato un vino, il cliente potrà portare a casa ricette e carte dei vini, un modo per diffondere la nostra cultura enogastronomica”.
“Dall’Italia sono partite oltre trecento casse via nave e in aereo, e non portiamo in Giappone solo il vino ma anche pasta, caffè, olio e così via “. conclude Giancarlo Aneri.
Crema di porri con galletta di parmigiano e rosa di salmone affumicato; scaloppa di fegato grasso d’anatra con marmellata di mele e agrumi, risotto mantecato al chianti con quaglia farcita alla salvia sono solo alcune delle voci di un menù con tante portate tricolori, accompagnate da Amarone Aneri 1999, 2000 e 2001. I costi? “Non si superano i 100 euro - chiarsice Derflingher -, perché vogliamo essere alla portata di una clientela varia, non solo uomini d’affari ma anche molte signore che dopo lo shopping continuano la “full immersion” italiana anche al ristorante”.

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