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Nazione / Giorno / Carlino

“Aiutiamo i giovani a riscoprire i sapori” ...
Dalla cittadina piemontese di Bra a 130 Paesi del Mondo. Qual è il segreto del successo di SIow Food?

“Le tematiche che abbiamo sviluppato nei 20 anni di vita di Slow Food sono importanti per la vita quotidiana di tutti noi. Il successo deriva dall’aver traghettato la gastronomia da un limbo folkloristico, fatto di ricette e punteggi, verso una dimensione più completa e articolata: scienze gastronomiche, agricoltura e ambiente, storia”.

Quanto è importante la consapevolezza critica per assaporare appieno il piacere del cibo?

“E’ fondamentale. L’analisi sensoriale non è una ‘fisima’ da gourmet, è qualcosa che Madre Natura ci ha concesso per poter discernere cibi e bevande. Dipende anche dal nostro bagaglio personale gusto-olfattivo. Ad esempio, io ricordo certi elementi della mia infanzia proprio attraverso certi odori”.

In Italia ci sono circa 200 presidi per tutelare i prodotti più disparati. Concretamente, che cosa sono?

“Nel ‘98 abbiamo fatto un elenco dei prodotti che rischiavano l’estinzione nel nostro Paese, come la Robiola di Roccaverano o il Parmigiano delle vacche rosse. Ma questo non era sufficiente, così sono nati i presidi, che attuano interventi specifici sui diversi prodotti. Per alcuni basta un po’ marketing, per altri è necessario modificare la struttura produttiva, in altri casi ancora si tratta di ricette note solo agli anziani che necessitano di essere raccolte e tramandate. In questo modo salviamo delle microeconomie, con ripercussioni positive su tutto l’agroalimentare, e preserviamo anche l’identità della cultura di un territorio”.

L’industria agroalimentare massificata non solo toglie il gusto del cibo, provoca anche danni per l’ambiente...

“Nell’ultimo secolo, l’umanità ha distrutto un patrimonio di sapori immenso insito nel mondo contadino applicando alla natura una logica predatoria. Da qui siccità, cambiamenti climatici, ecc... E’ un cane che si morde la coda. L’agricoltura non è delocalizzabile, bisogna rafforzare l’economia locale per difendere il paesaggio, garantire turismo ed educare i giovani”.

Secondo lei, oggi, il rapporto 2fi delle giovani generazioni con il cibo è sano?

“I bambini non sanno come sono fatti i prodotti, non hanno mai visto gli animali, gli fai annusare il succo di mela e ti dicono ‘shampoo’: una situazione di emergenza da punto di vista educativo. E’ stato reciso un cordone ombelicale ma non è colpa dei giovani. L’operazione degli ‘Orti scolastici’ che stiamo portando avanti è un modo per insegnare ai bambini a conoscere e rispettare la natura. Mettere le mani nella terra è molto più educativo di una lezione”.

Non sempre ciò che è buono fa anche bene, qual è il giusto
rapporto tra salute e buongusto?

“Servono moderazione e curiosità. Da queste deriva la diversificazione dei nostri consumi alimentari e la conoscenza dei prodotti. Sicuramente, rafforzando le agricolture locali possiamo essere più informati e avere prodotti più freschi. Oggi siamo in presenza di malattie da ipernutrizione che si combattono con un rapporto col cibo fatto di conoscenza e non considerandolo semplicemente un ‘carburante’”.

Può anticiparci le novità del Salone del Gusto 2008?
“Graze alla sinergia con ‘Terra Madre’ il Salone diventa palcoscenico della produzione mondiale di tutte le ‘comunità del cibo’ che vengono a Torino per discutere delle politiche dell’agricoltura sostenibile. Il tema di quest’anno sarà il ritorno dei giovani alla terra, perché la fuga dalla terra è stata una delle più grandi ‘iatture’ del nostro secolo. La modernità deve prendere le cose positive del passato guardando al futuro e non consumarsi solo nella frenesia del presente: questa è la filosofia SIow Food. Vogliamo spiegare ai giovani che oggi è possibile vivere la campagna più in armonia”.

Il quotidiano The Guardian l’ha
inserita tra le 50 persone che possono salvare il Pianeta, sente questa responsabilità?

“Continuo il mio lavoro come sempre. Per uno provinciale come me, uscire di casa e trovarsi salvatore del mondo è una cosa assurda, più grande di me”.

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