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Nazione / Giorno / Carlino

Il Nobile dei record, vino a cinque stelle ... Prosegue il road show delle ante­prime 2007 delle tre grandi denomi­nazioni toscane. Dopo il Chianti Classico ieri è stato il turno del Nobi­le di Montepulciano. Giornali­sti da tutto il mondo per l’anteprima-novità in Piazza Grande, location fra le più celebrate al mondo. Tira aria nuova, di grande cresci­ta, per quella che non vuo­le più essere la figlia di un dio minore fra le tre gran­di docg toscane. Ieri, a mezzogiorno in punto, il neopresidente del Con­sorzio del Nobile, Luca Gattavecchi, ha annun­ciato il rating dell’an­nata 2007, deciso da una giuria esterna al mondo produttivo poliziano.
A conferma di una annata veramente da ricordare, sono cinque le stelle assegnate al Nobile 2007, come quelle del 2006. “Un risultato eccellente - dice Gattavec­chi - figlio del buon andamento climati­co che ha evitato forti stress alle uve, ga­rantendo grande concentrazione e una importante base aromatica. Ma merito an­che dell’impegno e della continua cresci­ta qualitativa delle can­tine”.
Da record anche i numeri sul mercato. E’ il Rosso il prodotto che si sta imponendo sul mercato di fascia media con oltre 3 milioni di fascette rilasciate dal Consorzio (+63% rispetto al 2006, a 1.100.000 bottiglie in più). “Un dato im­pressionante - insiste Gattavecchi - che, paragonato al primo anno della Doc, il 1989, quando furono prodotte circa 200mila bottiglie, dimostra come la cre­scita del Rosso sia stata costante e gradua­le. E il Nobile nel 2007 ha superato per la prima volta quota 8 milioni di bottiglie registrando un +36% rispetto al 2006 pari a circa 860mila bottiglie”. Il Nobile si impone soprattutto come un prodotto da esportazione, soprattutto in Europa, con Germania, Svizzera e Au­stria in prima linea. Il 60% dell’intera pro­duzione viene esportata su mercati come gli Usa (che da solo vale il 12% del totale) che apprezzano una bottiglia espressione del tuscan style ma a prezzi più contenuti rispetto a un Brunello. Giudizi assai positi­vi anche per le annate 2005 del Nobile, sottoposte a degu­stazione assieme alle riserve 2004 e alle selezioni che saran­no a breve immesse sul merca­to. Anche qui si registra un ritorno a vini di fattura classica, non troppo “muscolo­si”, con legni leggeri e senza indulgenze per la eccessiva presenza di vitigni inter­nazionali.
Un dato assai apprezzato dai nostri clienti – dice Miriam Caporali di Tenuta Valdipiatta che esporta il 50% della produzione – è la rinuncia a Cabernet e Merlot negli uvaggi e l’utilizzo esclusivo di vitigni autoctoni del territorio”.

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