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Benvenuto Re Brunello 2007, annata a cinque stelle ... La settimana delle anteprime si è chiusa a Montalcino... Cinque stelle. Anzi sei, visto che il Brunello di Montalcino 2007, premiato ‘sulla fiducia’, insomma in anteprima dai campioni di botte, con il massimo del rating, ne ha sposata un’altra. La Fiat 500, gioiellino di Mirafiori. Bel connubio: dal Centro Stile Fiat, firmato da Roberto Giolito, è uscito il disegno della tradizionale piastrella di ceramica che attesta il voto, ‘murato’ a imperitura memoria sul muro del duecentesco Palazzo Comunale. Funzionano, le amicizie piemontesi del neo presidente del Consorzio, Francesco Marone Cinzano: a Benvenuto Brunello c’era anche il ministro del lavoro Cesare Damiano, che ha portato un’ottima notizia al mondo del vino: saranno realtà i ‘buoni vendemmia’ ideati da Confagricoltura per consentire alle fattorie di assumere studenti, pensionati e casalinghe senza troppi patemi burocratici.
Non male, per un territorio come Montalcino, dove vive e lavora gente che arriva da ben 44 paesi diversi: l’eccellenza è anche un bel melting pot di culture. “Questa è davvero un’isola felice, anch’io sono arrivato - racconta Marone Cinzano - negli anni Settanta, e la comunità mi ha accolto bene. E ora sono il presidente, al debutto a Benvenuto Brunello: ho l’appoggio di tutti i produttori, ne sono perfino stupito”.
E’ il week end dei sorrisi, Montalcino propone l’assaggio del Brunello 2003, che s’affaccia ora al commercio ma è già venduto per oltre metà. Eppure non è il massimo, già all’epoca di stelle ne aveva beccate solo quattro, e non son poche: passando tra i banchi per l’assaggio le differenze si sentono eccome, “è vero - commenta il presidente - che Montalcino è un arcipelago, nel Brunello convivono terreni, condizioni climatiche e anche mani diverse, senza nessun tradimento per la tipicità”. Al limite, qualcuno si è consesso - il disciplinare lo permette - il ‘taglio’ con un minimo di uve 2004”.
E fa la differenza, eccome. In freschezza e dolcezza.
Quello che invece continua a stupire è il Rosso di Montalcino, il secondo vino, più giovane (ora è uscito il 2006), più “facile”, più accessibile rispetto ai prezzi del fratello maggiore. “Ed è un vino notevole”, commenta ancora il presidente. Lui, tra l’altro, ha dimostrato tutto il suo coraggio di produttore: unico ad andare controcorrente, ha messo in campo una riserva 2002, l’anno del disastro da pioggia.
Eccezionale, invece, è il termine che vola nell’aria per l’annata appena vendemmiata, il 2007: aromi da favola, un’alternanza giusta e dosata delle stagioni che non ha forzato maturazioni e anticipi nel campo, uve sane, acini concentrati, con alta gradazione di zucchero. Un po’ meno uva, d’accordo, tra il 5 e il 10 per cento. Ma l’eccellenza non ci rimette. E i mercati impazziscono, Usa in testa. Benvenuto, Brunello.

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