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Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Passiti e moscati d’Italia ... Vini e abbinamenti... La tavola, a Pasqua, incarna la speranza nel futuro, con un grande auspicio di fecondità. Agnello, colomba, uova sono i simboli di questa festività. Il piatto più gettonato è l’agnello che si accompagna a rossi di buona struttura e di nobili origini. Parliamo ovviamente di Brunello di Montalcino, Barbaresco, Barolo, Chianti, Vino Nobile di Montepulciano. Ma è nei dolci che a Pasqua si scatena la fantasia italiana: sono sempre dolci semplici, di tradizione contadina. In Puglia si mangia la scarcedda pasquale, in Calabria le pitte con niepita, in Sardegna i Coccoi e’angulla, in Campania il casatiello dolce, e nel Lazio la Pupazzo, una fanciulla di pastafrolla che in grembo tiene un uovo. Oltre alle uova a evidenziare il risveglio della natura c’è la colomba, che è il dolce più mangiato soprattutto in Veneto e in Lombardia, mentre nette regioni adriatiche si preferisce l’agnello di marzapane. Quale vino per i dolci? C’è l’imbarazzo della scelta. Oggi però focalizziamo la nostra attenzione sul Moscato, diffuso in tutta Italia. Vini dolci, frizzanti, spumanti, vendemmie tardive e passiti, come quello prodotto in Valle d’Aosta, il “Muscat blanc flètri”, vino da meditazione che si accosta ai dolci di cioccolato.
In Toscana si produce invece il Moscadello di Montalcino, ideale per la pasticceria e i dolci secchi. Un Moscato tutto particolare è lo Zibibbo, una produzione siciliana e delle, isole che si trovano intorno alla regione. La parola deriva un dialetto nordafricano “zibibb” che significa grappolo secco. Quando un migliaio di anni fa gli arabi lo diffusero sull’isola di Pantelleria, si sviluppò un florido commercio di uva passa che poi veniva utilizzata dai fornai italiani per i panettoni. Oggi la produzione di Pantelleria è rappresentata da Moscato e Passito. Sono indicati per accompagnare dolci di ricotta, cannoli, cassate e panettoni farciti. In Sardegna troviamo il Moscato di Cagliati e di Sorso, in Puglia il Moscato di Troni, nel Lazio quello di Terracina, in Calabria il Moscato di Saracena. Sono tutti vini prodotti da uve bianche. Ma non avviene così in tutte le regioni. In Trentino Alto Adige troviamo infatti il Rosenmusmukateller, in provincia di Bergamo il Moscato di Scanzo.
In questa carrellata non poteva mancare il Vin Santo: si ottiene da Trebbiano, Malvasia e Grechetto. Prodotto in piccole quantità, si presenta con un colore giallo ambrato e brillante, con almeno 16 gradi, con profumo fine.

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