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Brunello taroccato “Ma il sistema è sano” ... Parla l’assessore regionale all’agricoltura... Una ventina di avvisi di garanzia tra cui spiccano i legali rappresentanti di aziende famose per la produzione del Brunello, ispezioni, controlli e sequestri di vino e documenti in una quindicina di aziende e varie prese di posizioni in difesa di uno dei vini più famosi e prestigiosi al mondo su un’inchiesta partita alcuni mesi fa e portata avanti dalla Guardia di Finanza di Siena. Sono questi i contorni dell’indagine che sta scuotendo la quotidianità di Montalcino, dove tutto si muove intorno alla produzione di quattro vini: Brunello, Rosso di Montalcino, Moscadello e Sant’Antimo. Secondo indiscrezioni, l’inchiesta sarebbe partita dopo un esposto firmato da piccoli produttori e riguarderebbe la sola annata 2003. L’anno successivo il Consorzio per il Brunello, come tutti gli anni, estrae a sorte alcune aziende che devono essere controllate. A fronte degli accertamenti emergono delle irregolarità (tanto per fare un esempio: la presenza di vitigni diversi dal Sangiovese dove dovrebbe esserci invece soltanto il Sangiovese). Alcune aziende si mettono in regola con quanto previsto dal rigido disciplinare imposto per la produzione del Brunello, altre, invece, non lo fanno. Proprio ieri, la Procura di Siena ha emesso un breve comunicato nel quale si legge: “Stiamo verificando il rispetto del disciplinare del Brunello di Montalcino Docg. Gi accertamenti sono in corso. E non è vero quanto riportato da alcuni organi di informazione circa l’impiego di vino pugliese nella produzione del Brunello”. E Susanna Cenni, assessore regionale all’agricoltura parte proprio dalla smentita sul “taglio” del Brunello per affermare che “la presenza di casi da perseguire dev’essere accertata per il bene e la credibilità del comparto”. E ancora: “Voglio puntualizzare che, qualora venissero confermate irregolarità, la qualità del Brunello non ne sarebbe inficiata. Perché siamo in presenza di un settore dove i controlli sono seri e rigorosi, tanto da riguardare l’80% dei terreni. Le maglie della rete sono strettissime e quando ci sono elementi critici il sistema è in grado di individuarli immediatamente. Anche per questo è fuorviante generalizzare”.

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