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Nazione / Giorno / Carlino

“L’Europa ci ha deluso Dobbiamo difendere il prodotto made in Italy” ... I1 presidente di Feclagri- Confcooperative: “La nostra politica faccia uno scatto d’orgoglio”... Qui c’è un problema anche dell’Europa. Questa Unione a 27, dove trionfa sempre il compromesso, dove dominano tecnocrazia e burocrazia, non può essere la negazione dei primati, delle nostre tradizioni. Serve uno scatto di reni, serve più politica per tutelare gli interessi dei singoli Paesi nell’Europa, e gli interessi dell’Europa nel mondo”.

Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative, portavoce di tutta la cooperazione agroalimentare e vicepresidente del Cogeca (l’unione delle coop europee) mette sul piatto il peso di un movimento che in Italia rappresenta il 55% di tutto il vino prodotto e reagisce a questo Vinitaly mutilato, dove si parla più di inchieste giudiziarie, di scandali veri e presunti che dei successi del nostro vino e del made in Italy.
“Contro queste inchieste fatte uscire a orologeria reagiremo anche in sede giudiziaria. Ma quello che più mi interessa è dire al prossimo Governo che bisogna osare di più in Europa, essere intransigenti nella difesa della distintività e dei valori delle nostre produzioni, alzare i toni in difesa del made in Italy agroalimentare, che è patrimonio nazionale, il secondo settore dell’economia. In Francia, quando si parla di agricoltura entra in gioco l’interesse nazionale e si muove il capo dello Stato. In Italia, chiunque può diffondere notizie false che danneggiano un intero comparto economico quasi senza pagare dazio”.

Certo che questa riforma del vino che consente lo zuccheraggio, che apre la porta ai vini fatti senza uva, magari con ribes e lamponi, è un mezzo scandalo...
“Non è un mistero, volevamo una riforma diversa. La cooperazione più di chiunque altro dà garanzie
di tracciabilità, naturalità e origine del vino. Qualcuno dice che il ministro ha ceduto? Ma che poteva fare se 20 paesi su 27 erano a favore dello zuccheraggio? L’Europa qui ci ha fortemente deluso, ma in compenso si può contare per il nostro Paese su 100 milioni di euro da spendere in promozione. E vanno spesi bene”.

Dalle mozzarelle, al parmesan, al vino adulterato: mentre il nostro export alimentare sfiora il record storico dei 24 miliardi, l’Europa sembra farci le bucce, appena può ci bacchetta...

“In alcuni casi siamo noi campioni di autolesionismo. Comunque resta un problema di fondo: l’Italia è diventata la punta di eccellenza nelle produzioni di qualità a marchio Dop e Igp, nessuno ci batte. Di pari passo è cresciuto il nostro export, vino in primis con 3,4 miliardi ma anche l’ortofrutta con 3,2 miliardi. Questo patrimonio va tutelato. Basta con l’arrendevolezza verso le produzioni estere che arrivano sui nostri scaffali senza regole mentre i nostri migliori prodotti, ipercontrollati e garantiti, trovano ostacoli in Usa, Cina, India, Canada. Oppure vengono imitati e donati senza pietà: in Usa il mercato dei vini italiani contraffatti vale mezzo miliardi di dollari. La globalizzazione dei mercati è un meccanismo spietato. L’Europa ha un peso specifico, è il più grande importatore al mondo di derrate alimentari. Deve saper tutelare i propri Paesi e i propri primati nel contesto globale. Non li può, non li deve abbandonare a un destino di sopraffazione nelle altre aree del mondo”.

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