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Nazione / Giorno / Carlino

Gelata di marzo sui consumi: mai così giù da tre anni ... In Italia sono diminuiti dell’1,7%, nel primo trimestre flessione dello 0,7%.Allarme di Confcommercio... E’crisi sul fronte dei consumi.
Complici carovita e
impoverimento degli stipendi,
gli italiani rivedono le proprie
priorità e l’asticella che misura
gli acquisti punta verso il basso:
a marzo la contrazione è stata
dell’1,7% su base annua, la riduzione
più consistente dall’inizio del
2005. A mettere nero su bianco i
dati che descrivono un quadro di
“stagnazione” è la Confcommercio
che, preoccupata per un trend
che si configura ormai come una
“crisi strutturale”, segnala “un vero
e proprio allarme crescita”, come
ha dichiarato il presidente
dell’organizzazione Carlo Sangalli,
chiedendo interventi urgenti
per ridurre tasse e spesa pubblica,
e ridare fiato ai redditi.
A scendere in picchiata sono soprattutto
i consumi dei beni
(-3,4%), mentre tengono i servizi
(+2,3%). Autoveicoli, alimentari,
beni ricreativi come cinema e spettacoli
le voci più penalizzate. Per il
comparto mobilità, cioè essenzialmente
le quattro e le due ruote, i
dati configurano un vero e proprio
crollo, con una diminuzione dei
consumi pari al 14,8% rispetto a
marzo 2007 in termini di quantità
e del 7,7% in termini di valore,
cioè di spesa. Tanto che l’Unrae,
che riunisce le case automobilistiche
estere operanti in Italia, chiede
di estendere gli incentivi alla
rottamazione, visto che “il mancato
ampliamento del bonus alle auto
Euro 2 immatricolate nel 1997 e
nel 1998 ha tolto a circa 4 milioni
di italiani la possibilità di godere
di un aiuto concreto”.

Anche al supermercato gli italiani
mostrano di fare ormai qualche rinuncia.
Dal punto di vista delle
quantità, a marzo il carrello della
spesa si è alleggerito dell’1,1%
(-1,7% nel trimestre). Ma in termini
di valore si registra un aumento
del 4,1%. Segno che pur riducendo
gli acquisti, le famiglie non riescono
in quest’ambito a ridurre la
spesa. Nelle voci dei beni voluttuari
su cui gli italiani hanno cominciato
a tagliare figurano poi cinema
e spettacoli: i servizi ricreativi
hanno fatto registrare una contrazione
vicina al 4%. I consumi di abbigliamento
e calzature crescono
solo dello 0,3%.A dimostrare vivacità
sono solo beni e servizi per la
comunicazione (+9,8%).
Sangalli chiede di tagliare la spesa
pubblica di almeno un punto di
Pil all’anno per il prossimo quinquennio
e l’Irpef di almeno 5 cinque
punti. Ma per le associazioni
dei consumatori il primo imputato
è il carovita e la richiesta forte è
quella di ridurre i prezzi. Almeno
del 15%, dicono Federconsumatori
e Adusbef. Del 20%, rincara il
Codacons. Secondo l’Adoc, se la
tendenza ai rincari non si arresterà,
si rischia un ricarico annuale
sulla famiglie pari ad almeno
1.200 euro tra luce e gas (240 euro),
riscaldamento (150 euro), carburanti
(400 euro) e alimentari
(400 euro). Adiconsum chiede di
agire sul fisco e sulle spese incomprimibili:
mutui, affitti, carburanti.

Confagricoltura, invece,
va controtendenza. Commentando
i dati di Confcommecio, l’associazione
ricorda che, nonostante
il calo dei consumi alimentari,
“la congiuntura sembra dia segnali
favorevoli”. “Nei mesi di gennaio
e di marzo 2008 - continua la
nota - si sono registrati aumenti
degli acquisti rispettivamente per
lo 0,2% e per lo 0,3% sui mesi
precedenti”. Non solo, ma il
calo degli acquisti di prodotti
alimentari registrato nel
primo trimestre nel 2008
(-1,7% rispetto allo scorso anno)
“è inferiore, anche se di poco,
alla flessione registrata per
il totale dei beni acquistati dagli
italiani (-1,9%)”.

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