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Nazione / Giorno / Carlino

I single salvano la tavola ... Single (il 12,4% della popolazione)
e i tre milioni
di immigrati coi loro consumi
tengono a galla il bilancio
dell’industria alimentare italiana
che esce da un 2007 difficile
sul fronte interno, ma riscattato
dall’export. La fotografia la
scatta in apertura di Cibus
Giandomenico
Auricchio, presidente
di Federalimentare,
davanti
a Paolo De Castro,
alla sua ultima
uscita come
ministro. “Produzione
stagnante
(-0,8%) inedita per il settore, i
prezzi al consumo (+5%) che
hanno superato (altro fattore
eccezionale) l’inflazione”. Ma
il made in Italy a tavola resta comunque
un colosso: secondo
settore manifatturiero nazionale,
con 113 miliardi di euro di
fatturato, 400.000 occupati. E
soprattutto un colosso che continua
ad esportare: 18 miliardi
il valore dell’export nel 2007,
+8% sul 2006. “Anche nei primi
mesi del 2008, nonostante il
super-.euro, il settore dimostra
di avere le carte in regola per
confermare il trend di crescita
all’estero. E’ la strada obbligata.
Non vedo per le aziende piccole
e grandi una strada diversa
visto che i consumi interni
2007 si chiudono con un meno
1,5% in volume”. “Quello che
serve all’alimentare italiano -
aggiunge il presidente di Parmacotto,
Marco Rosi - è una
organizzazione di promozione
all’estero del sistema paese con
meno doppioni
e sovrapposizioni.
Meno gite
politiche e
più fatti concreti”. “Mai come
quest’anno
abbiamo cercato
di internazionalizzare
il più possibile la
nostra manifestazione”, afferma
Franco Boni, presidente
Fiere di Parma. Assieme a Vignali,
sindaco della città ducale,
Boni annuncia un maxi piano
di investimenti infrastrutturali
dentro e fuori la fiera, e
chiede a Federalimentare di
rinnovare il contratto con Parma
fino al 2020. “Cibus - conclude
Boni - è un patrimonio
da non disperdere. Con altri poli
fieristici siamo aperti a collaborare:
Verona (Vinitaly) e Milano
(Expo). Ma la capitale dell’alimentare italiano resta
Parma”.

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