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Nazione / Giorno / Carlino

Rivoluzione... da bere, arrivano i vini creativi ... Nel Maggio di 42 anni fa sulla Gazzetta Ufficiale veniva pubblicato il testo che regolamentava la prima Denominazione di origine controllata italiana (Doc), la Vernaccia di San Gimignano. Una rivoluzione a cui seguì, nel luglio del 1980, con decreto del presidente della Repubblica, l’istituzione delle prime Denominazioni di origine controllata e garantita (Docg). A più di quattro decenni di distanza dalla creazione delle Doc, in Italia stiamo assistendo ad una evoluzione, legata ai cosiddetti “vini creativi”. Sono bottiglie che nel gusto dei consumatori stanno prendendo il posto di numerose e blasonate Doc. Questo succede perché molti produttori italiani cominciano a ritenere che le Doc non siano così perfette come si credeva. Hanno regole troppo strette e non consentono di seguire un mercato come quello del vino in continua evoluzione. La tendenza è una trasmigrazione dalle Doc alle Igt (Indicazione geografica tipica), che hanno disciplinari di produzione più flessibili. Un quarto del vino prodotto in Italia appartiene alle Igt, che sposano vitigni autoctoni con vitigni internazionali o interamente internazionali (cabernet, chardonnay, merlot). I produttori italiani possono così lanciare la sfida ai viticoltori di California, Sud Africa, Cile e Australia, cioè del Nuovo Mondo. Ecco allora che nascono blend di vitigni autoctoni e Merìot, Gaglioppo e Cabernet Sauvìgnon, Sangiovese maritato con Cabernet.

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