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Gli ispettori Usa per il Brunello “Vogliamo i nomi degli inquisiti” ... Il vicepresidente Cencioni: Hanno apprezzato i nostri controlli... “Un incontro cordiale e molto utile”. Queste le impressioni di Patrizio Cencioni, vicepresidente
vicario del Consorzio dei produttori di Brunello, ieri pomeriggio all’uscita dal vertice con la delegazione americana dell’Atto, l’Alcohol and tobacco tax and trade bureau. L’ente governativo statunitense minaccia il blocco delle importazioni delle bottiglie se non accompagnate da una certificazione che ne attesti il pieno rispetto del disciplinare e ieri alcuni suoi dirigenti hanno incontrato gli enti di controllo regionali per capire come funziona il sistema italiano. “Gli americani - aggiunge Cencioni - sono rimasti colpiti dalla qualità e dalla quantità dei nostri controlli”.
Fin qui tutto bene, senonché gli americani hanno chiesto, invano, l’elenco delle aziende coinvolte nell’inchiesta della magistratura senese sulla presunte infrazioni al disciplinare. “Non glielo abbiamo potuto fornire - si affretta a spiegare ancora Cencioni -perché non ne siamo in possesso, ci siamo limitati a dire che abbiamo letto alcuni nomi sui giornali...”. Non è un buon segnale, questo. Perché indice della volontà dell’Attb di non voler chiudere la faccenda con una semplice chiacchierata. Non che l’incontro di ieri avesse questo significato, anzi era stato convocato parecchio prima dell’inchiesta sul Brunello e rientra in un tour che porterà la delegazione Usa oggi a vedere dal vivo la lavorazione dei sigari toscani nella manifattura di Lucca.
“Il blocco dipende da loro - aggiunge un po’ sconsolato Cencioni - noi abbiamo fornito tutte le indicazioni che ci sono state richieste, adesso spetterà a loro valutare il da farsi”.
Un’ora e mezzo di confronto, dunque, non è servita a sciogliere le riserve. Se c’è moderata fiducia nei produttori, la si deve sostanzialmente al buon funzionamento del sistema italiano, lo stesso grazie al quale sono state scoperte le presunte irregolarità su cui adesso sta indagando la procura senese. Oltre all’incontro con gli americani, Cencioni ha parlato dell’eventualità di modificare il disciplinare: “II ministro Luca Zaia si è detto disponibile e attende suggerimenti dai produttori, ma la maggior parte si è già espressa in modo contrario a ogni ipotesi di cambio delle regole”. Poi una battuta sull’inchiesta: “Al momento non ci sono contraccolpi, ma se i tempi dovessero allungarsi e si andasse dopo l’estate, c’è il timore di una ricaduta”.
Capitolo Vernaccia, altro vino finito nel calderone. Ieri il presidente dei produttori ha ribadito come a San Gimignano non ci siano stati sequestri.

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