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Nazione / Giorno / Carlino

Tagliatelle e rosso toscano: a cena con il super 007 ... Per me rimase sempre un personaggio da romanzo. Markus Wolfnon amava Le Carré, che a lui si era ispirato, e lo scrittore lo ricambiava. Preferiva il nostro agente all’Avana di Graham Greene, mi confidava innanzi a un piatto di tagliatelle ai tartufi e un bicchiere di Montalcino, al “Bacco”, nella
Marburger Strasse, il ristorante italiano dove si sentiva a casa. Come dire che non credeva al suo lavoro. Lo vedevo un paio di volte l’anno. Da me non si faceva pagare le interviste, ma il conto era forse più salato. Che importa, se si può conversare con chi nella realtà battè sempre James Bond? Era un intellettuale, era stato un giornalista, suo padre era medico e commediografo. Suo
fratello un famoso regista. Era un bell’uomo, elegante, piaceva alle donne, e detestava le armi. A torto, viene sempre citato come il capo della Stasi, che era lo spionaggio interno, la polizia segreta, mentre lui guidava il controspionaggio. Due cose ben diverse. Non stimava gli agenti della Stasi: “Controllano tutto e tutti e quindi poi finiscono per non sapere nulla”. E se ne era
andato in pensione prima della fine, cosa unica nel mondo delle spie, per dedicarsi alla cultura e alla cucina. E’ morto nel sonno nel novembre del 2006 a 83 anni. “I miei segreti li lascio in eredità a mia moglie”, mi disse. Una sorta di assicurazione per la bionda Andrea.

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