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Nazione / Giorno / Carlino

La Ue ordina: ridurre le vigne.
Ma la Toscana si ribella ...
Nessun albo delle produzioni da salvare, chi vuole può diminuire gli ettari... In Europa si produce troppo vino. Soluzionne: estirpare
una parte di vigneti. E chi lo fa potrà usufruire niente meno che di soldi comunitari. E’ il rimedio
- per certi aspetti peggiore del male - adottato dall’Unione Europea che, entro il 15 settembre, aspetta le richieste di contributo da parte di coloro che si vogliono disfare delle loro vigne - Un provvedimento a tappeto che, in Toscana, non mette a riparo neanche i vigneti di interesse storico, ambientale e paesaggistico e neanche le produzioni particolarmente pregiate. “Questo perché l’elenco dei vigneti da salvare non è ancora stato sfilato dalla Regione - si lamenta Valentino Valentini, presidente delle Città del Vino, l’associazione dei comuni a più alta vocazione viticola d’Itali -. Secondo il decreto del ministero delle politiche agricole l’elenco doveva essere presentato entro il 28 luglio, ma solo Sicilia e Trentino Alto Adige l’hanno fatto”.
Dal canto suo però la Regione Toscana una posizione l’ha presa. O meglio, ritiene che non presentare all’Unione Europea alcun elenco di vigne “intoccabili” sia la risposta migliore a un provvedimento considerato sbagliato da tutti i punti di vista: “Abbiamo deciso di lasciare la libertà di scelta agli imprenditori agricoli, senza impone vincoli a nessuno - sostiene il governatore della Toscana Claudio Martini -. Abbiamo fatto una battaglia in sede comunitaria contro questo provvedimento, ritenuto da noi sbagliato e dannoso. E siamo convinti che ai produttori toscani, diversamente da quanto potrà accadere in altre regioni, convenga mantenere i vigneti in produzione e non distruggerli, perché le nostre produzioni sono riconosciute e apprezzate sul mercato”. La Regione si fa forte del fatto che le richieste per l’impianto di nuove vigne sono molto più numerose delle dismissioni. Gli ultimi anni dimostrano infatti un saldo attivo proprio in termini di ettari coltivati: dal 1997 al 2006 sono stati infatti espiantati 16.000 ettari di vigneti a fronte di 21.000 reimpianti, con un incremento cli 5.000 ettari. “Recentemente abbiamo rilasciato questi diritti, con un costo ridotto della concessione, nelle isole dell’arcipelago e all’Argentario - continua Martini -. Ovviamente si tratta di diritti che per oltre dieci anni sottostanno ad un vincolo di non estirpazione. Una scelta coerente, che risponde all’obiettivo di incentivare lo sviluppo della nostra viticoltura che, oltre ad un valore economico, contribuisce anche a elevare il pregio ambientale al nostro territorio. Del resto la scelta di non avvalersi delle deroghe previste dalle norme comunitarie per vietare la concessione dei contributi all’estirpazione è stata condivisa dalla maggioranza delle
regioni italiane”. Martini ribadisce che il provvedimento dell’Ue è sbagliato e assurdo. Sbagliato perché incoraggia la dismissione di un’attività anziché incentivarne
lo sviluppo e l’ammodernamento. Assurdo perché non aiuta lo sviluppo qualitativo. La Toscana, proprio in sede comunitaria, aveva sostenuto una politica completamente all’opposto. Concedendo contributi a favore della viticoltura, magari aiutando i produttori a ristrutturare e potenziare i loro territori. “Noi siamo fiduciosi - conclude Martini -. I viticoltori toscani non inseguiranno questa assurdità. Naturalmente valuteremo sulla base dei risultati se mantenere o correggere questa impostazione nel 2009”.

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