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Nazione / Giorno / Carlino

Vendemmia 2008. Al cielo l’ultima parola ... Ora si teme la pioggia, produzione in calo del 5%... Il vigneto Toscana guarda il cielo e incrocia le dita. L’annus horribilis degli scandali, veri o pretestuosi, deve finire con una bella vendemmia: è ancora possibile, a patto che smetta di piovere e torni fuori un po’ di sole, almeno dove le varietà tardive sono ancora tutte belle aggrappate alle piante: il Sangiovese, per capirsi, uva principe di tutti i Chianti, del Brunello, del Nobile e di tanti supertuscans, da Carmignano alla costa, dal Montecucco alle nuove terre dell’interno, vedi Valdarno.

Bella, ha da essere. Non però eccezionale: chi aveva puntato sulle cinque stelle super a tappeto dovrà un pizzichino ricredersi. C’è stata l’ultima grandinata, a scombinare i piani; ma c’era stata tanta umidità e il freddo della tarda primavera, e poi c’è stato il gran secco dell’estate. Risultato: zuccheri concentrati ma scarsa acidità. Insomma, un vino che promette un po’ meno equilibrio rispetto ai grandi risultati del recente passato. Di sicuro, a questi chiari di luna, avremo un po’ meno uva un po’ dovunque, con punte del 10 per cento nel Chianti Classico, a Montepulciano, a Montecarlo e in qualche situazione lungo la costa; quantità più o meno sui livelli dell’anno passato a Bolgheri a e Montalcino, come pure a San Gimignano e alle Cinque Terre, e addirittura in aumento nella zona del Chianti Rufina e a Carmignano, merito soprattutto dei reimpianti e della buona resa delle uve più precoci.

La classica, banale immagine della macchia di leopardo, dunque. Anche sotto il profilo della qualità. Marco Pallanti, che è il presidente del Consorzio Chianti Classico e festeggia le 25 vendemmie al Castello di Ama, si stringe nelle spalle: “Quello che potevamo fare - dice - l’abbiamo fatto. Ora deve darci una mano il tempo. L’uva sembra buona, ma non ci aspettiamo eccellenze da questa vendemmia”. proprio l’opposto di quello che azzarda Giovanni Panizzi, presidente del Consorzio di San Gimignano: “Se il tempo si rimette - dice - possiamo davvero pensare a una vendemmia eccezionale”. Prudenza a Montepulciano, ottimismo senza toni trionfalistici a Montalcino, ottimismo più entusiastico nelle terre del Morellino di Scansano; di “standard qualitativo buono” e di quantità che dovrebbero ripetere i buoni livelli del 2007 parlano anche i viticoltori delle Cinque Terre. Da Carmignano, piccola realtà emergente ma di antica tradizione, vede già “vini di grande equilibrio” Enrico Pierazzuoli, ex presidente del consorzio di tutela. E la costa? Ginevra Venerosi Pesciolini, anima dell’Associazione Grandi Cru, lamenta perdita di quantità nelle sue vigne biologiche per “l’effetto del clima tropicale d’estate”, ma d’altro canto rileva la grande qualità delle uve già venedemmiate, soprattutto il merlot. Un buon segnale, insomma, per i supertuscans tirrenici, nei quali grande spazio trovano i vitigni d’origine francese. Il ritardo della raccolta, rispetto agli anticipi delle stagioni passate, fa ben sperare, nel Chianti Classico, tante voci, dai fratelli Mazzei di Fonterutoli a Andrea Cecchi fino a Luca Francioni enologo di Rocca delle Macie.

Un po’ di sano ottimismo che non guasta, di fronte ai dati forniti dall’Istat sull’export, in generale calo su tutti i più importanti mercati. Chissà che l’euro in calo non porti tempi migliori.

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