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Tabelle anti-sballo nei locali. “Si pronunci la Consulta” ... Lotta all’alcol. Gestori ostili, il governo: chiarezza... E non dite non lo sapevo. Nei luoghi di intrattenimento dove si servono alcolici scatta, da oggi, l’obbligo di esporre le tabelle ministeriali per la valutazione del tasso di sobrietà. I gestori sono chiamati a osservare il decreto del ministero del Welfare del 30 luglio scorso, pena la sospensione della licenza per un periodo fino a trenta giorni. I diagrammi distinguono uomini e donne a seconda del peso, delle condizioni fisiche e delle caratteristiche delle bevande consumate.
“Le tabelle servono a informare - afferma Emanuele Scavato dell’Osservatorio nazionale alcolici dell’Istituto superiore di Sanità - e sono state testate con i ragazzi nei pub e nelle discoteche. Sono comprensibili, Per aiutare i gestori a renderle ancora più chiare è stata diffusa dal nostro istituto una versione a colori”. I cartelli non riusciranno, forse, a eliminare la piaga dell’etilismo, ma scoraggiano le sbornie: problema riscontrabile, dicono le statistiche, in oltre il 30% dei conducenti coinvolti in incidenti.

La misura che punta a migliorare la sicurezza sulle strade continua però a registrare le critiche dei gestori: “Queste tabelle ci fanno vergognare - dice Edi Sommariva, direttore della Fipe, la federazione pubblici esercizi - e disorientano i consumatori. Abbiamo dovuto correggere persino un errore riportato dalla Gazzetta Ufficiale”. “Chi cerca lo sballo - aggiunge da parte sua Renato Giacchetto, presidente Silb, il sindacato dei locali da ballo - frequenta i rave party e le feste private. Noi al contrario siamo per il divertimento sicuro”. Difficile “decifrare” i diagrammi? Per Luciana Pedoto, del Pd, il ministero deve adottare un linguaggio più diretto.

Dj Aniceto rincara la dose: “Le tabelle finiranno come tappezzeria nei bagni, pochi gestori le esporranno anche perché non è chic. La lotta alla droga e all’alcol deve iniziare in famiglia, togliendo ai ragazzini le auto di grossa cilindrata di papà. I test con l’etilometro poi si devono fare non solo in discoteca ma anche nei bar dove folleggiano gli happy hour”.
Replica il sottosegretario alla famiglia e alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi: “Le norme rischiano di essere vanificate dall’atteggiamento ostruzionistico di alcune sigle sindacali che antepongono i loro interessi economici al resto. È opportuno a questo punto - conclude - che la Corte Costituzionale si pronunci per chiarire al Parlamento e al Paese se nel nostro ordinamento il profitto viene prima della tutela della vita e della sicurezza dei cittadini”.

E Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo, contro le stragi del fine settimana, taglia corto: “Certe polemiche sono incomprensibili”.

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