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Nazione / Giorno / Carlino

I signori del Brunello: “Il nostro vino non si cambia” ... L’assemblea dei produttori esclude un nuovo disciplinare... Con un “no” ampio e condiviso i produttori di Brunello di Montalcino hanno ribadito la contrarietà a qualsiasi ipotesi di modifica del disciplinare di produzione. Si chiude definitivamente il dibattito su uno dei vini più famosi del mondo alle prese con i riflessi dell’inchiesta giudiziaria della procura di Siena che mira, appunto, ad accertare il rispetto o meno delle rigide regole di produzione, secondo le quali il Brunello va fatto solo ed esclusivamente con il Sangiovese. Ieri pomeriggio, il Consorzio di tutela ha chiamato a raccolta tutti produttori chiedendo loro di esprimersi su cinque punti: modifica del disciplinare, creazione di una nuova doc “Montalcino” (che diventerebbe l’unico altro vino della zona e contenente altre uve), modifica dei disciplinari del Rosso di Montalcino (anche qui aprendo la strada all’utilizzo di altri vigneti) e del Sant’Antimo, nonché riduzione della resa per ettaro dagli attuali 80 a 70 quintali.

Sebbene sia stato deciso di rendere noto l’esito del voto solo questa mattina, già nella tarda serata di ieri le indiscrezioni erano di una bocciatura totale su tutti i fronti. No, dunque, alla modifica del disciplinare e no anche alle altre proposte, sebbene l’idea della doc Montalcino riscontri il gradimento di buona parte dei produttori. Una vittoria dei tradizionalisti del Brunello, a partire da Franco Biondi Santi, erede dell’azienda che ha inventato il celebre vino, il quale si è da sempre schierato contro le modifiche del disciplinare e ieri ha bocciato l’idea che l’assemblea votasse a scrutinio segreto. “E’ un’assurdità e non va bene - ha detto lasciando anzitempo l’assemblea - Dobbiamo esprimere pubblicamente ciò che pensiamo”. Un’indicazione che i produttori hanno subito accolto.

Soddisfatto di come sono andate le cose, il presidente del consorzio, Patrizio Cencioni: “E’ stato un dibattito pacato, proficuo. La decisione del voto palese è dimostrazione di coraggio e unità, tutti hanno espresso la propria opinione e la sensazione, almeno da quanto riferito negli interventi, è quella che si vada verso la conservazione del disciplinare così com’è. Restano sul tavolo - aggiunge il presidente - le possibilità di modificare il Rosso di Montalcino oppure di dar vita a una nuova doc”. Il mandato conferito dall’assemblea dei produttori al consiglio di amministrazione del Consorzio, è proprio questo: nessuno tocchi il disciplinare, pensiamo piuttosto a un nuovo vino da affiancare al Brunello e al quale demandare il compito di andare incontro al gusto internazionale di una buona parte dei consumatori. Un’idea, guarda caso, lanciata proprio da Biondi Santi alcuni mesi fa: è evidente che a Montalcino hanno, saggiamente, deciso che è meglio far scrivere il futuro a chi ha già scritto la storia.

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