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Nazione / Giorno / Carlino

“Io ‘miglior sommelier del mondo’ conquisterò Parigi coi vini italiani” ... Prima miglior sommelier della Lombardia, poi d’Italia, d’Europa e del mondo. E tutto a 29 anni. Quali i prossimi traguardi?

“Dopo il titolo di miglior sommelier del mondo, diversi progetti si sono realizzati: la pubblicazione di due libri in Francia (in Italia con la Mondadori, in Corea e Brasile), ed il successo di uno dei miei sogni, la creazione di un ristorante al servizio del vino: ’Il Vino’ a Parigi (già premiato da una stella Michelin) ed uno a Courchevel in Savoia. Gli stimoli sono tanti nel mondo in cui vivo e con un compagno di vita come Bacco non ci si annoia, a cominciare dai viaggi alla scoperta di nuovi produttori o vini. Ho ancora in testa tante idee”

Lei ha consigliato e servito vino in grandi hotel e ristoranti di tutta Europa. Quali sono i bevitori più esigenti e competenti?

“I più esigenti senza dubbio gli inglesi, grandi conoscitori, che hanno cominciato molti anni fa a degustare i vini di tutto il mondo, non solo quelli francesi. Non essendo gran produttori, per loro la scoperta dei tenitori è stata fondamentale, ed anche il loro potere d’acquisto li ha aiutati”.

E quelli che non distinguono un Bordeaux da una Coca Cola?

“La Coca Cola penso la riconosca davvero chiunque ma senza dubbio tutti quei popoli che
per cultura sono sempre stati lontani dalla vite e dal suo succo, ecco forse fanno più fatica”.

Lei ha scelto Parigi per lanciare un nuovo concetto di wine restaurant. La carta dei vini è imponente: 1500 referenze. Quale la bottiglia più cara e quella più a buon mercato?

“Inizio col dire che i vini accompagnano i piatti realizzati dallo chef Davide Barilone, che rispettano stagionalità e autenticità. Poi, nel mio ristorante non ci sono camerieri ma solo sommelier. Nel corso dell’anno si vendono circa 20.000 bottiglie, il turn-over delle referenze è settimanale. Il vino più pregiato al momento è un Magnum Petrus 2000 a 35.000 euro, seguito da una bottiglia di Petrus 1961 a 13.500. Il più conveniente è un Còte du Rhòne Domaine de la Saumade 2006 a 30 euro, una buona relazione qualità prezzo per un vino generoso, fruttato, equilibrato”.

Due situazioni: un pranzo di business e una cena dove lui vuole fare colpo su di
lei. Che vini consiglia?

“Per un pranzo d’affari, sicuramente è meglio scegliere una etichetta rassicurante, classica come un Bordeaux; mentre per l’uomo che vuole conquistare, servirei al tavolo vini alla cieca per animare il gioco...e poi suggerirei a lui le referenze in un orecchio”

E’ vero che i francesi snobbano i nostri vini e bevono solo bottiglie di casa loro?

“In realtà i francesi snobbano un po’ tutti i vini mondiali, non solo quelli italiani. Ma il mercato gli sta rendendo la vita difficile...il buon rapporto qualità prezzo dei vini stranieri comincia a farla da padrone anche in terra francese”

Quali i vini italiani che sono più gettonati nel suo locale parigino?

“In questo momento, da noi è il Piemonte a farla da padrone, vini che accompagnano bene i prodotti del momento, la cacciagione, i funghi, il tartufo”

Con la crisi cosa consiglia di bere, anche per non svuotare il portafoglio?

“Per piccoli budget sicuramente si trovano prodotti interessanti nel Rodano, poi i vini del Sud America; il Sud Africa per i vini bianchi, il Dolcetto d’Alba in Italia”.

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