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Nazione / Giorno / Carlino

Vigneto Toscana in passerella. La prima, dopo il terremoto Brunello. La prima nel tempo della crisi nera, che ammazza i consumi e accende non più una competizione ma una vera e propria guerra per sopravvivere: con gli emergenti, che si difendono a colpi di prezzi “impossibili”, ma anche, inutile negarlo, con gli altri distretti d’Italia.

Eppure non si sente aleggiare troppo pessimismo, alla vigilia della Settimana delle Anteprime, che da lunedì a lunedì 23 mette in vetrina i consorzi dei rossi (ma anche di un bianco) più blasonati: martedì e mercoledì il Chianti Classico, alla Stazione Leopolda di Firenze, per presentare l’annata 2007 e la riserva 2006 e anche qualche assaggio dalla botte dell’ultima vendemmia; giovedì a Montepulciano il Nobile (annata 2006 e riserve 2005) e il Rosso 2007, ma la festa va avanti fino a lunedì 23; venerdì e sabato, poi, il momento quest’anno più atteso, perché i riflettori si spostano su Montalcino, che battezza l’annata 2004, da molti già ritenuta di livello storico (e la riserva 2003, che invece a molti esperti non sembra davvero da annali), ma soprattutto metterà nei bicchieri i test di botte del 2008. La prima vendemmia dopo la tempesta, i sequestri, i sospetti, il “no” a maggioranza, senza unanimità, alle modifiche del disciplinare. Tra i grandi rossi s’infila ormai da qualche anno anche il bianco antico.

la Vernaccia di San Gimignano: lunedì sotto le torri della Manhattan del Medioevo si assaggia all’Hotel Villa san Paolo - in anteprima di qualche mese rispetto alla diffusione in commercio - la Vernaccia base e la Selezione 2008, più la riserva 2007. Piccola differenza: San Gimignano apre anche al pubblico, e gratis, lunedì pomeriggio.

Fin qui i programmi, conditi ognuno dai suoi riti: Montepulciano e Montalcino non resistono al fascino delle “stelle” da assegnare all’ultima vendemmia, ben sapendo che cinque-sei mesi di
vasca e di botte sono pochini per azzeccarci in pieno. Ma è anche questo un segno di fiducia. Che d’altra parte trova anche qualche conferma nei numeri: Montalcino, dice il Consorzio, ha chiuso con il segno “più” il 2008 horribilis, la produzione è un pochino calata (oltre 6 milioni di bottiglie, ma si sapeva), il giro d’affari tiene con un movimento sui 130 milioni di euro. Montepulciano, che domenica 22 aprirà il suo Palanobile (potenza dell’amor di campanile...) per gli assaggi anche al pubblico, punta deciso sulla qualità, “unica arma - sottolinea Federico Carletti, presidente del Consorzio - di fronte a prospettive incerte a causa dell’eccesso di domanda sui mercati”.

Qualità del vino, dunque, coniugata alla valorizzazione di un territorio unico. “Il lato buono della crisi si individua nella fine degli acquisti compulsivi, dello shopping che privilegia la quantità”: così il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Marco Pallanti, spiega la tenuta del Gallo Nero nelle vendite in Italia, mentre l’estero non pare denotare segni di cedimento. A colpi di numeri, il Chianti racconta come si batte la crisi: un distretto agroalimentare vero e proprio, con 500 milioni di fatturato tra vino, olio e turismo; 4mila ettari di vigneti rinnovati in dieci anni con una spesa di 60mila euro a ettaro; 100 milioni spesi per rinnovare le cantine e le attrezzature. Investimenti, in una parola. “E aziende solide - aggiunge Pallanti che con un mix di elementi di forza provano a salvarsi dagli effetti devastanti della crisi”.


NOBILE DI MONTEPULCIANO: 1.963 ettari di vigneto, 80 produttori, 7,5 milioni di bottiglie. Principali mercati: 30% Germania, 29% Italia, 27% Svizzera.

BRUNELLO DI MONTALCINO: 3.500 ettari di vigneto, 250 produttori, 6,5 milioni di bottiglie. Principali mercati: 40% Italia, 25% Usa, 10% Germania.

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO: 742 ettari di vigneto, 201 produttori, 5,4 milioni di bottiglie.
Principali mercati: 59% Italia, 42% Germania, 33% Usa.

CHIANTI CLASSICO: 7.200 ettari di vigneto, 597 produttori, 37 milioni di bottiglie. Principali mercati: 29% Usa, 27% Italia, 10% Germania.

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