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Nazione / Giorno / Carlino

Se le viti ascoltano Mozart crescono in fretta e senza parassiti ... La sperimentazione in un vigneto a Montalcino... Tutto iniziò parecchi anni fa, quando Carlo Cignozzi, milanese e studente in giurisprudenza, andava per filari ad allietare lo spirito dei vendemmiatori con la sua fisarmonica. Indossata la toga, non smise di vivere il contatto con la natura, fino a divenire produttore di vino, insieme ad altri soci, con l’apertura di Caparzo, azienda agricola famosa nel mondo e pluripremiata per il suo Brunello. Caso e curiosità lo portarono poi, ormai toscano d’adozione, a scoprire studi cinesi condotti negli anni ‘60 su musica e crescita delle piante. E così, una decina d’anni fa s’innamorò del Paradiso di Frassina, tenuta nel cuore nella Val d’Orcia e decise di mettere in atto quell’intuizione divenuta, almeno nel cuore, una certezza. “All’inizio tutti, amici e contadini, sorridevano della mia idea - dice l’ex avvocato - e delle 18 casse acustiche disposte qui e là nei filari. Poi però, quando empiricamente si sono visti i risultati...”. Sì perché le piante nuove di Sangiovese venute su a Vivaldi e Mozart (solo per citare alcuni nomi) hanno radicato e sono cresciute il 50% in più del normale, salve da ogni tipo di parassita e i grappoli sono maturati in anticipo. La notizia arriva alla facoltà di
agraria di Firenze, che da anni studia in laboratorio la relazione tra musica e natura, e nasce così il progetto “Suono&Vigna”, dove Cignozzi mette la terra e contribuisce anche alle spese di ricerca. Quella che sembrava la strampalata idea di un ex avvocato arriva Oltreoceano alle orecchie di un signore che dell’acustica ha fatto la sua vita: Amar Bose.

“In una lettera molto appassionata - dice Cignozzi - Bose mi ha dichiarato che lui, induista, crede fermamente che musica e armonia siano parte della vibrazione universale e che in essa abbiano una funzione che va ben oltre l’allietare l’animo umano”. Ed è così che la più grande industria mondiale del suono diventa partner dell’idea
di Cignozzi regalando 60 diffusori di ultima generazione con tutti i cavi necessari per l’installazione. Cinquanta vengono messi in un solo campo (gli altri dieci sparsi nel resto della tenuta), il migliore per esposizione, di circa due ettari: 24 ore su 24 le viti del Brunello crescono ascoltando l’opera omnia di Mozart (670 file in tutto), secondo Cignozzi il musicista più adatto per l’esperimento. Di nuovo, le piante crescono di più, i parassiti non si fanno vedere e i frutti maturano anticipatamente. Il primo raccolto è del 2008, .quindi per sapere quanto del genio di Salisburgo è penetrato nel vino, il Mozart Selection, occorre attendere ancora qualche anno. Ma per la Bose il risultato è già entusiasmante, tanto che è di pochi giorni fa la decisione di proseguire con il finanziamento del progetto nella sua seconda fase: gli esperimenti in laboratorio (altri due anni di lavoro per circa 150 mila euro) che l’Università di Firenze vuole e deve fare perché la società scientifica ne accetti ufficialmente i risultati, chissà, magari aprendo così nuove frontiere alla biodinamica. Intanto, per gli amanti della musica, della natura e del buon vino (e soprattutto per gli scettici), le porte del Paradiso di Frassina sono sempre aperte. (Per informazioni www.alparadisodifrassina.it)

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