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Ma i big di sinistra fanno gli snob tra vigne e salotti ... Se sei ricco ti tirano le pietre, non sei ricco e ti tirano le pietre...”. Sembra essere la condanna dei leader (o ex) della sinistra. Mica per la coerenza (“Troppi rinnegano il loro passato da comunisti”, annota Cristina Comencini). Ma sarà dura - anche per Dario Franceschini, che non a caso va ripetendo come un mantra la parola ‘concretezza’ - rimuovere quella patina di snobismo che si è sedimentata su tante figure di riferimento del centrosinistra agli occhi degli elettori sfiduciati (Pd a -11%, secondo l’ultimo sondaggio)...
Fa la sua figura, da sempre, anche Massimo D’Alema. L’ultima del politico-skipper (ogni estate, le riviste pubblicano qualche scatto dell’adorata barca Ikarus ormeggiata nei paradisi marini) è l’acquisto di due ettari di terreno nella terra del pregiato Sagrantino di Montefalco. E’ risaputo che il rosso sia un’altra delle passioni di D’Alema. ‘Red’? No, non la fondazione culturale da lui creata. Rosso come sinistra socialdemocratica? Ma no. Rosso, nel senso caro a Bacco. Per mettere a frutto al meglio il terreno che l’ex premier possiede in Umbria, vicino a Otricoli, si è fatto consigliare da Riccardo Cotarella, uno dei winemaker italiani più noti al mondo. Del resto, il settore vinicolo paga, dicono i dati di Coldiretti. Questo confermano le centinaia di vip entrati nel business. Non la pensa così, invece, un giovane enologo umbro, conoscente di D’Alema, Marco Caprai: “Due ettari di terreno valgono appena 20mila euro ciascuno, per una produzione che non supererebbe 8mila bottiglie”. Certo non è educato fare i conti in tasca a D’Alema nel nome di una presunta morale di sinistra (già vacillante, secondo l’ortodossia rossa, dai tempi del caso Unipol e della fatidica frase ‘abbiamo una banca’)...