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La Toscana Vinitaly con soltanto tre medaglie ... Bene Castello Banfi ma più premi ad altre regioni...Un quarto rispetto all’Emilia Romagna, un terzo (un po’ meno) della Sicilia che ne porta a casa 10, un terzo dell’Abruzzo. Brilla solo la stella di Castello Banfi, nel cielo del Vigneto Toscana che si affaccia a questa edizione numero 43 di Vinitaly, a Veronafiere da domani a lunedì, con un primo clamoroso smacco: per quel che può contare, solo un oro, un argento e un bronzo del medagliere del Concorso Enologico Internazionale che, come da tradizione, apre la principale kermesse enologica italiana, sempre più da record, con un +50% di produttori stranieri e un +20% di presenze delle aziende nazionali.
Il premio a Banfi (lo ritirerà Cristina Mariani, erede della dynasty italo-americana proprietaria dell’azienda) suona da risposta interessante - alla - stagione dell’imbarazzo che ha attanagliato Montalcino dopo l’inchiesta che sconvolse il mondo del vino, e del Brunello in particolare, giusto in apertura di Vinitaly un anno fa. E di cui la stessa Banfi fu tra i principali protagonisti. “Ma l’immagine di Montalcino ne esce tutto sommato bene, e anche quella di Banfi”, commenta Guelfo Magrini, giornalista, autore del libro Brunellopolis. Il lato oscuro del vino più famoso d’Italia raccontato dai Media, che sarà presentato giusto a Vinitaly, venerdì, al wine bar dell’Enoteca Italiana di Siena. Secondo la motivazione, Castello Banfi “è riuscita a coltivare l’innovazione tecnologica con un’ottica di produzione e di tutela dell’ambiente, senza dimenticare mai l’importanza della tradizione”.

A parte le medaglie, la Toscana va a Vinitaly per cercare risposte alla crisi, che si riflette anche sul mercato del vino. Pronta, come il resto d’Italia, a puntare decisa a Est, all’Oriente europeo e asiatico. Anche se, per uscire dalla crisi, “sarebbe opportuno adottare strumenti innovativi, lavorare su accordi di filiera, partnership tra la produzione e il commercio e la distribuzione”: così la pensa Roberto Bruchi, enologo, direttore di Aprovito, che in Toscana raccoglie un migliaio di piccoli produttori. E sul rapporto qualità-prezzo punta deciso il Consorzio del Chianti Classico: “Nel caso dei nostri vini questa proporzione è decisamente equilibrata, e pone la nostra denominazione al primo posto nel mondo in questo senso”, spiega il presidente Marco Pallanti. Forte dei numeri: con 500 milioni di euro di fatturato il Chianti Classico a Vinitaly con 270 vini di 146 aziende in 400 metri quadri di stand è il terroir italiano a maggiore redditività., Poi ci sono le curiosità, dal Vigneto Toscana. C’è un film anzi un Wine film, prodotto da Mediateca Toscana e Stadio Doni, 40 minuti di collage tra gli spezzoni più celebri di vino al cinema. C’è l’etichetta parlante della pisana Modulgraf. E c’è soprattutto l’ultima tendenza tra gli enoappassionati: il wine sharing, la bottiglia condivisa. Si compra, si beve tra amici, si divide la spesa. Perché ci sarà anche la crisi, ma a un bicchiere di quello buono non si rinuncia.

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