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Il Rosé l’ha scampata bella ... Zaia: bene l’Europa che difende identità e qualità... L’Ue ritira la proposta di miscelare bianchi e rossi dopo il pressing italo-francese... Italia e Francia ce l’hanno fetta. La commissaria all’agricoltura dell’Unione europea, Mariann Fischer Boel, ha rinunciato a portare avanti la modifica delle regole comunitarie sul taglio dei vini rosati che autorizzava la miscelazione fra vini bianchi e rossi per ottenere la varietà Rosé (si veda ItaliaOggi di ieri). Una proposta particolarmente avversata dal nostro paese e dai vicini d’Oltralpe, in quanto ritenuta lesiva della qualità della produzione. Una questione che per l’Italia riguarda molte regioni, essendo la produzione di Rosé (soprattutto Igt) distribuita a macchia di leopardo su tutta la penisola. Col venir meno della modifica delle pratiche enologiche europee che presiedono alla produzione del rosato, resta in vigore quanto sino ad ora previsto; vale a dire l’alternativa fra la fermentazione di 12/24 ore dei mosti sulle vinacce di uve a bacca rossa o, alternativamente, il taglio fra bianchi e rossi in fermentazione (e non fra vini finiti come voleva la riforma). “Prendiamo atto, con soddisfazione, che Bruxelles rinuncia ad autorizzare le miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre il vino rosato. È questa l’Europa che vogliamo, fondata sul rispetto delle identità, della qualità, della sicurezza alimentare e della tradizione”, ha commentato il ministro alle politiche agricole, Luca Zaia protagonista, assieme ai cugini transalpini, della battaglia del rosato a Bruxelles. L’intervento congiunto italo-francese, disinnescando il tentativo di annacquamento della pratica enologica, ha sollevato reazioni positive da più partì. Per Fedagri : “Autorizzare miscele di vini bianchi e rossi per produrre vino rosé avrebbe causato seri danni economici a tutte le imprese e le cooperative che producono vini rosati con metodi tradizionali. Siamo contenti che l’Unione europea abbia fatto marcia indietro senza dare il via libera a una pratica attualmente vietata in ambito comunitario. Va dato atto al ministro Zaia di aver efficacemente lavorato per scongiurare il rischio di una produzione di vini rosati a basso costo, senza alcun rispetto per la tradizione”.

Coldiretti, invece, sottolinea che “lo stop alle miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre il “finto rosé” che sarebbe arrivato sul mercato dal 1° agosto salva circa 48 milioni di bottiglie di vero rosato made in italy da una concorrenza sleale su un mercato nazionale che è cresciuto del 20% negli ultimi cinque anni”.

Passo avanti anche per Cia e Confagricoltura. “Con il ripensamento da parte della Commissione Ue, è stato evitato che dal 1° agosto venisse messo in vendita un vino rosato ottenuto dal miscuglio di vino bianco e rosso, invece della tradizionale vinificazione, in pratica”, osserva la Confederazione italiana agricoltori, “in questo modo si legalizzava una pratica che consente di chiamare con lo stesso nome prodotti completamente diversi, ingannando sia i consumatori che i produttori, soprattutto quelli italiani, che da sempre sono impegnati nella valorizzazione della qualità”
“Il nostro rosato tradizionale poteva essere danneggiato o indebolito dalla diffusione di un prodotto ottenuto da una miscela di vini noesi e bianchi”, sottolinea Confagricoltura. “Oggi, questo pericolo, dopo le pressioni della lobby dei produttori, è scongiurato”.

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