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Nazione / Giorno / Carlino

Negozi “no alcol” per gli under 16. Cosimi: “Presto il vertice tra sindaci” ... Schiamazzi, atti vandalici, auto
che sfrecciano a tutta velocità
nei centri città come nelle periferie.
E i protagonisti, sempre più
spesso, sono giovani, anche minorenni,
con troppo alcol addosso. A
volte così ubriachi da trasformarsi
in un pericolo per sè e per gli altri.
Per mettere un freno a questo esercito
di nottambuli dal tasso alcolico
in eccesso, ogni Comune si inventa
quello che può.
L’ultima iniziativa arriva da Monza,
dove il sindaco Marco
Mariani - alla guida
di una giunta Lega-
Pdl - ha emesso
un’ordinanza che vieta
l’acquisto di alcolici
ai minori
di 16 anni e impone
salate multe
agli esercenti
che non rispettano
il provvedimento.
E se si facesse anche
in Toscana? L’idea è tentatrice,
ma sembra una scorciatoia che
porta poco lontano. Ne è convinto
il presidente dell’Anci regionale
(l’associazione dei Comuni) Alessandro
Cosimi, appena rieletto sindaco
di Livorno. Che rilancia con
un’altra proposta: “A breve ho intenzione
di riunire i
sindaci delle città capoluogo
e delle realtà
più interessate
dal fenomeno -
spiega Cosimi -
perché credo che
qualunque provvedimento,
anche repressivo,
debba avere un qualche coordinamento
regionale. Servirebbe,
ad esempio, che le polizie municipali
adottassero comportamenti
omogenei, perché in pratica sono
loro a dover far rispettare eventuali
divieti e a intervenire nelle situazioni
a rischio. E non ha logica
che in un comune si proibisca, come
sta facendo Monza, l’acquisto
dell’alcool ai minorenni se qualche
chilometro più in là è consentito”. In effetti, basta un motorino e
ci si sposta.
Da qui la necessità di una sorta di
vertice dei sindaci, con il coinvolgimento
delle forze dell’ordine e
in primis dei prefetti. E da convocare
in tempi brevi, prima che
l’estate entri nel vivo.
“Mi rendo conto
che ogni Comune
abbia le sue situazioni
più critiche -
continua il presidente
dell’Anci - ed è
giusto che se c’è un
locale da chiudere o
un divieto da aggiungere,
ogni sindaco intervenga
come ritiene meglio. Ma ciò non
toglie che in fatto di sicurezza occorrono
politiche concordate che
vadano oltre al presidiare le piazze.
Proibire va bene, ma con questi
giovani dovremo pur trovare il modo
di parlare, per far capire loro
che questo bisogno di sballo probabilmente
nasce da disagi e debolezze
che possono essere superate”.

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