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Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Campania ... Fra arte e antichi sapori... Dal cuore di Napoli alle suggestioni delle coste, fino ai misteri dell’archeologia. Questa è la Campania, terra che offre allo sguardo e al cuore del visitatore il senso profondo dell’arte e della natura, da apprezzare con tre tappe dense di suggestione: Salerno, Cetara e Amalfi. Salerno, affacciata sull’omonimo golfo, fu un’importante colonia romana. Nella seconda metà dell’anno Mille fu conquistata da Roberto il Guiscardo e nel Medioevo vi fiorì la famosa scuola di medicina. Particolarmente apprezzabile oltre alla splendida vista sul golfo, il duomo di San Matteo Evangelista, eretto dal Guiscardo come simbolo della potenza normanna. Da non perdere anche una visita a Palazzo Fruscione del periodo angioino e all’acquedotto costruito dai longobardi. Dominazioni così numerose hanno lasciato il segno anche nella cucina ricca di sapori e di colori. Da provare l’impepata di cozze con olio, limone, molto pepe nero e prezzemolo, la panzanella a base di fette di pane raffermo e pomodoro e tra i secondi la carne alla pizzaiola, in umido, con origano, capperi e aglio, da abbinare con vini rossi
Gragnano, dotato di un bel colore rubino e aroma fruttato. Si possono gustare pesce di giornata e formaggi tipici, come la mozzarella e il caciocavallo, da “Al Cenacolo” (tel.089.238818). La seconda tappa è Cetara. Il nome sembra derivare dal latino cetaria (tonnara) o da cetari (venditori di pesci grossi). Cetara fu una roccaforte saracena nel X secolo. La sua storia si lega a quella della Repubblica amalfitana e alle vicissitudini dei monaci benedettini dell’Abbazia di Cava, grazie ai quali divenne famosa per la devastazione saracena del 1500. Da vedere la chiesa di san Francesco del 1600 con gli affreschi di Marco da Benincasa e la Torre Vicireale, simbolo della città. Cetara è famosa per la colatura: pare sia la nobile discendente del garum, l’antica salsa di pesce usata dai romani per insaporire i loro piatti. È il liquido che si ricava da un procedimento laborioso di pressione delle alici in barili. A fine anno si procede alla raccolta della colatura che viene prima
filtrata con
appositi cappucci di tela,
imbottigliata e lasciata a riposare sui davanzali, coperta da
mazzetti di origano. È abitudine tra gli abitanti scambiarsi i vasi come simbolo di amicizia. La colatura abbinata alla pasta della regione si gusta al al “Ristorante Acquapazza” (tel. 089.261606). Terza sosta è Amalfi, perla della Costiera. Nell’839 divenne la prima Repubblica marinara italiana e nel Mille assunse un ruolo di primaria importanza nei commerci. Il monumento di maggiore impatto emotivo è il duomo, dedicato a S. Andrea, con la facciata ornata da un ricco mosaico. Pregevole il portale di bronzo, fuso a Costantinopoli nel Mille. Da gustare le mozzarelle di bufala, i broccoli rapa, detti ’’fiarelli’, perfetti con il Biancollella o il Forastera, bianchi dai profumi spiccati e compositi. Ideale per il relax, con un panorama unico, “L’Agriturismo S. Alfonso” (tel.089.830515) a Furore sulla Costiera Amalfitana.

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