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Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Volterra. Benvenuti al festival della bontà ... Tra pecorino al tartufo e Chianti, tanti capolavori artistici... Per Gabriele D’Annunzio, che vi ambientò il romanzo “Forse che sì forse che no” e le dedicò il sonetto “La città del silenzio”, Volterra è una “città di vento”, per quell’aria di mistero che la avvolge. Volterra, è una città d’arte della Toscana unica e irripetibile, dove il paesaggio, così mutevole nell’alternarsi delle stagioni, ne esalta l’alone di curiosità, di solitudine e di romantica tristezza che la pervade. Ma non si può parlare di questa città e della valle che la racchiude a contatto con un patrimonio culturale inesauribile che il consorzio turistico Volterra Valdicecina e Valdera sa valorizzare nei colori e nei sapori proponendo un ventaglio di percorsi alternativi affascinanti: dal tour fra le colline ad ammirare le sculture di Mauro Staccioli al trekking fra i vigneti sulle colline a balze dipinte dai colori della tavolozza dell’autunno. Senza dimenticare un altro mito di questa città: la gastronomia che fino all’8 novembre sarà protagonista con “Volterragusto” con i weekend dedicati a formaggio, tartufo bianco e cioccolato. Il primo assaggio si può fare da uno dei migliori artisti dei fornelli di Volterra: Genuino, chef e proprietario del ristorante Del Duca dove ogni piatto è un inno alla creatività e alla fantasia. Con la ricotta crea dei dolci da principesse e i suoi antipasti sono un festival di bontà indescrivibile e la ribollita è indimenticabile. Un’altra sosta d’obbligo per la gioia dei gourmet è a Montemiccioli, al caseificio Pinzani dove il formaggio è rigorosamente fatto col latte crudo delle ventimila pecore che pascolano nei dintorni e dove il pecorino al tartufo, allo zafferano o a caglio vegetale delle Balze Volterrane rappresentano nuove realtà emozionali nel mondo dei formaggi. Il tutto annaffiato dai classici vini del Chianti della cantina dei fratelli Cesare e Andrea Cecchi dove, dai vitigni di uve sangiovese, nascono qualità di vino a cui ci s’inchina come il Morellino di Scansano e il Montefalco, senza dimenticare la deliziosa Vernaccia o l’ultimo nato, il Coevo, che dimostra il forte legame col territorio con un’apertura alla contemporaneità...

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